Milano insegna: la politica deve cambiare passo

di SANDRO NERI

Probabilmente l’analisi più corretta – anche se parziale – è quella di Matteo Salvini. "Il voto di continuità nelle città e il non voto - spiega il leader della Lega - ci dicono che abbiamo fatto tardi nella scelta" dei candidati. Vale sicuramente per Milano. La città, cioè, che sull’onda della pandemia e della drammatica stagione iniziata un anno e mezzo fa, avrebbe teoricamente - sulla base di quanto avvenuto in altri momenti storici del passato - avuto bisogno più di altre di puntare sulla discontinuità. Al contrario, i ritardi del centrodestra e i dissidi che hanno diviso e agitato la coalizione fino all’ultimo hanno portato il sindaco uscente Giuseppe Sala alla riconferma al primo turno. Impresa mai riuscita, fino ad ora, a un candidato di centrosinistra. Un successo (clamoroso) personale più che della parte politica che lo sostiene. Sala, a differenza del 2016, non correva sotto le insegne del Pd, ma in dichiarata affinità con i verdi europei. Ai seggi si è presentato un milanese su due. Anche questo un dato significativo: le amministrative del 2021 a Milano passeranno alla storia come quelle con l’astensione più alta.

Ce ne è abbastanza per imporre alla politica una riflessione profonda. Il fatto che, sull’onda dell’emergenza sanitaria, l’appuntamento con le urne dalla scorsa primavera sia slittato a ottobre ha sicuramente fatto perdere interesse per la corsa per Palazzo Marino. E non ha di certo aiutato ad accendere un dibattito sul futuro della città una campagna elettorale appannata, con pochi temi davvero sotto i riflettori. E, soprattutto, con poche indicazioni sulla ripresa di Milano nei prossimi mesi. Luca Bernardo, il pediatra schierato dal centrodestra per sfidare Sala, non ha potuto contare sulla popolarità dell’avversario e sul suo appeal da manager. Non ha avuto il tempo neppure di provarci, vista la sua tardiva candidatura. Ora le forze in campo dovranno interrogarsi su come cambiare passo, per ridare spessore alla politica e ai propri candidati in vista delle politiche del 2023. Si parla di uno spazio moderato che Milano ha fretta di colmare. Con chi, però, è tutto da vedere.