Mai più allo stadio con i bambini: è troppo rischioso

Di fronte ad un morto bisognerebbe avere il coraggio di fermarsi: uno stop per riflettere

Milano, 28 dicembre 2018

DOMANDA

Caro direttore, credo che non porterò più mio figlio allo stadio a vedere le partite di un certo livello. Io tifo Inter, e l’altra sera mi sono tenuto alla larga da San Siro perché so che con i tifosi del Napoli non corre buon sangue. Non si può vivere lo sport in questo modo. Una persona è addirittura morta. Non possiamo rischiare, i bambini devono stare lontani da tutta questa violenza insensata. Spiace, perché il calcio è bello. Ma ormai ho preso una decisione. Martino, da ilgiorno.it

RISPOSTA

Al contrario dei tanti che si stracciano le vesti chiamando in causa direttamente i club, io preferisco ricordare che in questo Paese la responsabilità penale è personale, come stabilisce la legge. E ritengo dunque che se un tifoso viene investito, è chi lo investe che deve pagare, non la società della squadra per cui la vittima tifava. Detto questo, di fronte a una morte, di fronte a qualsiasi morto, bisognerebbe avere il coraggio di fermarsi. Uno stop inteso non come punizione, ma come indispensabile momento di riflessione. Per dire con voce ferma che no, non ne vale la pena. Siamo stufi di vedere gli stadi trasformati in campi di battaglia. E siamo stanchi di vedere che le società sportive non prendono posizione contro questi criminali. Anzi, spesso li tollerano. Questo andazzo deve finire. Anche per lasciare gli stadi aperti ai bambini.