Portiamo l'educazione in vacanza

Giusto per far sì che questa estate ci risparmi almeno i soliti resoconti su gesti cafoni, angherie da spiaggia e sfregi alle città d’arte

DOMANDA:

SONO ufficialmente iniziate le vacanze. Un tempo si usava di più la parola ferie, era il periodo in cui le grandi fabbriche chiudevano e l’Italia viveva il periodo del turismo di massa: tutte le famigliole al mare, spiaggia, ombrellone con sì e no due metri per due di sabbia, riviere perlopiù dell’Adriatico. Sono state le mie vacanze, scusate, “ferie” più belle. Indimenticabili. Oggi mi pare tutto cambiato, in peggio. A cominciare da certi comportamenti da... sculacciate. Chiara, Milano

RISPOSTA:

CAMBIANO i tempi, ma le due settimane a cavallo di Ferragosto restano fieramente legate all’esodo e alle ferie. Dicono che alla fine saranno 21 milioni gli italiani che tra ieri e oggi hanno raggiunto le località di vacanza. Ed è solo la prima ondata. Che sia un soggiorno più o meno breve, a tre o cinque stelle, l’esodo unisce tutti democraticamente nello stesso proposito: staccare la spina per qualche giorno, non solo dal lavoro ma anche dai problemi. Tutti a caccia di sacrosanto relax. L’importante è che in questa ricerca e nel viaggio per iniziare a compierla non si dimentichi una cosa: quel minimo di buona educazione che non guasta mai. Giusto per far sì che questa estate ci risparmi almeno i soliti resoconti su gesti cafoni, angherie da spiaggia e sfregi alle città d’arte. Un sollievo per tutti, anche per chi il relax deve conquistarselo restando in città. ivano.costa@ilgiorno.net