Milano e i fondi europei per la crisi

Esiste la possibilità di destinare alle urgenze di queste ore i fondi strutturali e di investimento europei del periodo 2014-2020 che l’Italia non ha ancora speso

Milano, 1 aprile 2020 - In questi giorni di tiro al bersaglio contro l’Europa per la scarsa sensibilità dimostrata nei confronti delle esigenze del nostro Paese, si rischia di sottovalutare il prezioso apporto che possono dare alla ricostruzione post-emergenza i fondi europei. Delle parole pronunciate dalla presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, è sfuggito un importante passaggio. Esiste la possibilità di destinare alle urgenze di queste ore i fondi strutturali e di investimento europei del periodo 2014-2020 che l’Italia non ha ancora speso.

La Von der Leyen ha infatti lasciato intendere che esiste la massima flessibilità nell’impiegarli per i settori che i singoli Stati ritengono meritevoli di interventi immediati. Milano può intercettare nel migliore dei modi questa opportunità. «La nostra città – spiega Carmine Pacente, presidente della Commissione politiche europee del Comune di Milano e di Anci Lombardia – sta gestendo un programma europeo superiore ai 40 milioni di euro. Una parte delle risorse di questo programma è tecnicamente compatibile con la proposta Von der Leyen. Potremmo verificare una riprogrammazione nei settori cruciali. Se l’Europa ci viene incontro, proviamo ad approfittarne».

C’è più che mai bisogno di concretezza e oculatezza nella destinazione d’uso di tali fondi, anche per dimostrare ai cittadini milanesi che l’Europa non è un concetto astratto ma un’entità concretamente vicina anche alle loro necessità, nonostante le delusioni degli ultimi giorni. «Immagino interventi in ambito sociale e igienico-sanitario – dichiara Pacente – con acquisto di materiale per l’emergenza, ma anche azioni finalizzate a potenziare la digitalizzazione e lo smart working. Non spetta a me indicare i settori, anche perché credo che il sindaco abbia le idee molto chiare su cosa fare. Affrontare la delicata situazione creata dal Covid-19, però, non deve far perdere di vista il resto. Dobbiamo anzi accelerare il lavoro con l’Agenzia nazionale, la Regione Lombardia e la Commissione europea per la definizione dei nuovi fondi della programmazione 2021-2027».