Il virus del tempo perso

Giusto per ricordare un paio di cose: in Lombardia vivono oltre dieci milioni di italiani, un sesto dell’intera nazione

Milano, 19 ottobre 2020

LETTERA

Mi chiedo come sia possibile essere tornati a questo punto: case di riposo blindate, allarmi per le terapie intensive. Chiedo di lavorare ed essere curato se mi ammalo di qualcosa che non sia Covid. Non mi pare che finita la prima ondata sia stato fatto molto a tutela di queste esigenze minime, vitali. Giovanni A., Como​

RISPOSTA

Giusto per ricordare un paio di cose: in Lombardia vivono oltre dieci milioni di italiani, un sesto dell’intera nazione, il Lazio seconda regione per numero di abitanti ne ha la metà con una differenza marcata nella densità abitativa. La Lombardia – “prima” anche in questa voce a livello nazionale – conta 423 abitanti per km quadrato, il Lazio 340. C’è solo un’altra regione che ha una percentuale pari a quella lombarda ed è la Campania. Inevitabile, per quanto conosciamo, che siano regioni nelle quali il virus si muove con più facilità. Certo, il dato statistico da sé non spiega l’andamento della pandemia, ma è pur vero che un efficace sistema di tracciamento avrebbe aiutato non poco la definizione di strategie preventive e di contrasto. C’è stato il tempo per farlo, almeno quattro mesi, ma l’attenzione è stata rivolta altrove, limitandosi a raccomandazioni che hanno avuto l’unico effetto di far crescere l’insofferenza. È questo atteggiamento che rende, se possibile, più inquietante e subdola la seconda ondata che pure ci era stata predetta.