Proteggere il copyright

Quale posizione assumerà il governo italiano in materia di copyright? Se lo chiedono in tanti, soprattutto tra gli editori e gli addetti ai lavori

Milano, 1 ottobre 2019 - Quale posizione assumerà il governo italiano in materia di copyright? Se lo chiedono in tanti, soprattutto tra gli editori e gli addetti ai lavori, perché da questa risposta dipenderà il futuro di tante aziende editoriali che producono contenuti creativi e sperano in un riequilibrio dell’economia digitale. Il 26 marzo scorso è stata approvata in via definitiva la riforma europea sul diritto d’autore, che obbliga i colossi del web a remunerare i siti di informazione per poter indicizzare le anteprime dei loro articoli e a predisporre filtri in grado di rimuovere tempestivamente link in violazione del copyright. Gli Stati europei hanno due anni di tempo per dotarsi di normative che applichino i contenuti di quella direttiva. Il precedente governo giallo-verde si era espresso in maniera netta contro la direttiva, preannunciando che avrebbe fatto il possibile per attuarla in Italia nel modo più blando possibile, offrendo ai giganti della Rete possibili scappatoie per derogare a quei principi e per preservare al massimo la libertà di circolazione dei contenuti nel web.

Il nuovo esecutivo ha una visione diversa, non foss’altro perché al posto della Lega c’è il Pd, che sul punto ha una visione diametralmente opposta a quella del Carroccio. Gli europarlamentari della famiglia socialista, tra i quali ci sono anche i dem italiani, hanno votato a favore di quella direttiva e quindi dovrebbero coerentemente favorirne una piena e puntuale applicazione anche in Italia. Ciò prelude a uno scontro tra Pd e Cinque Stelle, con inevitabile braccio di ferro parlamentare su ogni singolo punto della legge di recepimento della direttiva. Intanto, però, gli editori italiani si augurano che non accada da noi quanto sta accadendo altrove. In Francia, dove in questo mese entra in vigore la prima legge nazionale di recepimento della direttiva, Google non mostrerà più le anteprime degli articoli dai siti di informazione e di notizie ed è pronto a cambiare il modo in cui le notizie appaiono sui motori di ricerca, rimuovendo gli snippet e lasciando solo titolo e link al pezzo. Gli editori francesi dovranno decidere se permettere a Google di continuare a utilizzare gratuitamente i suoi contenuti, o rischiare di vedere diminuire il proprio traffico che arriva dalle anteprime del motore di ricerca.

* Docente di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica di Milano