Morì dopo tumore curato con le erbe: assolto guru Paolo Bendinelli, ridotta condanna al medico Paolo Oneda

Il caso di Roberta Repetto, deceduta a 40 anni nell’ottobre 2020: sentenza ribaltata in appello

Paolo Oneda e Paolo Bendinelli

Paolo Oneda e Paolo Bendinelli

Brescia – Sentenza ribaltata in appello per la morte di Roberta Repetto, la 40enne deceduta dopo un tumore che, all'epoca, venne curato con tisane ed erbe da un "santone" di un centro olistico in Liguria. Oggi Paolo Bendinelli, responsabile e guru del centro, è stato assolto in Appello mentre è stata ridotta da 3 anni e 4 mesi a 1 anno e 4 mesi la condanna per il medico bresciano Paolo Oneda. Per la psicologa Paola Dora è stata confermata l'assoluzione.

Il caso

La donna, i cui familiari sono assistiti dagli avvocati Giuseppe Sciacchitano e Andrea Andrei era poi morta nell'ottobre del 2020 all'ospedale di San Martino dove era arrivata in condizioni disperate. La vicenda di Repetto aveva portato alla luce il fatto che la donna venne sottoposta, senza anestesia, all'asportazione di un neo sul tavolo della cucina del centro olistico.  La procura generale aveva chiesto la condanna per omicidio volontario, con dolo eventuale, maltrattamenti, circonvenzione di incapace e violenza sessuale. 

Una foto tratta dal profilo Facebook di Roberta Repetto (Ansa)
Una foto tratta dal profilo Facebook di Roberta Repetto (Ansa)

I legali

“Siamo ultra soddisfatti perché è stata riconosciuta la tesi che sosteniamo da sempre: non c'era nessuna setta – hanno commentato i legali di Bendinelli, gli avvocati Alessandro Vaccaro e Francesca Pastore -. Tutto il castello accusatorio si è sciolto come neve al sole. Parla da sola la sentenza che ha detto che il fatto non sussiste. Ricordiamoci che Bendinelli si è fatto un anno e mezzo in carcere”. Soddisfatti anche gli avvocati Siriani e Morta, che difendono il medico Oneda. “Riteniamo che sia stata esclusa l'aggravante colpa cosciente e riconosciute le attenuanti"

La sorella di Roberta: “Non ha ottenuto giustizia”

Non nasconde la sua amarezza la sorella di Roberta, Rita Repetto: “È buona norma accettare e rispettare le sentenze ma credo sia umanamente doloroso per me, in questo momento, poterlo fare”, ha commentato a caldo. "Oggi sono veramente senza parole - ha aggiunto-, amareggiata e triste perché mia sorella non ha ottenuto la giustizia che si merita. È allucinante”.