Serie A, il calcio ha scelto di ripartire: il Brescia è in ritardo

Le Rondinelle non hanno ripreso gli allenamenti di gruppo e la società è alla ricerca dei tamponi

Massimo Cellino, presidente del Brescia

Massimo Cellino, presidente del Brescia

Brescia, 21 maggio 2020 - Il Consiglio Federale della Figc ha dunque deciso che la serie A riprenderà il suo cammino e concluderà (o almeno cercherà di farlo) la stagione entro agosto. Una scelta che dovrà ancora “misurarsi” con il giudizio finale del Governo previsto per giovedì 28 maggio, ma che, in ogni caso, chiama il Brescia ad una difficile rincorsa sotto tutti i punti di vista. In effetti in questo momento le Rondinelle sono senza dubbio in ritardo sull’ipotetica tabella di marcia necessaria per avvicinarsi al ritorno in campo, un percorso che, proprio come evidenzia la classifica, vede la formazione biancazzurra all’ultimo posto. In questo senso basta vedere che, mentre tutte le altre contendenti hanno già dato il via agli allenamenti di gruppo o sono sul punto di farlo, il Brescia sta solo muovendo i primi passi con gli allenamenti individuali, non ha ancora potuto rivedere il suo tecnico Diego Lopez, unico della massima divisione ancora in quarantena, e deve fare i conti con problemi di difficile soluzione.

Tra questi si pone in particolare evidenza la questione di reperire i tamponi che la società del presidente Massimo Cellino dovrà eseguire su tutto quello che dovrà diventare il “gruppo di lavoro” (staff tecnico, giocatori, sanitari e addetti ai lavori) per potersi presentare al via della “ripartenza”. In una città come Brescia, dolorosamente ferita dall’emergenza sanitaria, riuscire a trovare simili strumenti rappresenta una impresa non da poco e anche questo aspetto potrebbe rappresentare un freno pericoloso per il ritorno in campo delle Rondinelle. Per quel che riguarda gli allenamenti, inoltre, le prime “passeggiate” di Cistana dopo l’operazione alla quale si è sottoposto durante la sosta forzata e la gioia del portiere Andrenacci che si è laureato in scienze motorie non bastano per riportare il sorriso in casa biancazzurra, dove i giocatori si alternano semplicemente nel lavoro individuale al Centro Sportivo di Torbole, seguiti dallo staff di Diego Lopez, ma non tutti i componenti della rosa si sono fatti vedere in questi primi giorni di “ripartenza”. L’assenza che sta richiamando maggiormente l’attenzione, al di là degli stranieri Mateju, Spalek, Zmrhal e Joronen ancora in quarantena e di Viviani e Bisoli (che ha sfruttato la “clausura” per aiutare a distribuire la spesa alle famiglie che non potevano uscire), è senza dubbio quella di Balotelli.

L’attaccante continua la sua preparazione da casa in compagnia del fratello Enock e non si è ancora fatto vedere dalla riapertura delle porte di Torbole. Come sempre capita quando si tratta dell’ex punta della nazionale, una simile decisione ha sollevato immediatamente numerose discussioni, con parecchi osservatori che l’hanno presa come l’ennesima conferma dei rapporti sempre più difficili che in questo momento intercorrono tra il Brescia Calcio e Balotelli, che sembra sempre più destinato a concludere in estate l’avventura con la squadra della sua città. Chi non indosserà più la maglia biancazzurra con la certezza che neppure le altalenanti vicende del mercato possono scalfire è Tonali, perennemente al centro dell’attenzione generale. Sono diversi giorni, ormai, che il talento classe 2000 viene conteso da Inter e Juve, ma nelle ultime ore sarebbe tornato a farsi sotto con tenacia anche il Milan che avrebbe fatto un nuovo sondaggio per il centrocampista biancazzurro.

La risposta del presidente Cellino, che sogna di raggiungere nuovamente la quota di 50 milioni ipotizzata prima dell’emergenza sanitaria, avrebbe però inflitto un duro colpo alle speranze della società rossonera che giudica eccessive le pretese del patron bresciano. Rimangono ancora in pista Paris Saint Germain e Barcellona, ma nerazzurri e bianconeri non sembrano disposti a perdere il vantaggio accumulato in queste settimane di febbrili trattative e studiano il colpo definitivo per assicurarsi le prestazioni di quello che potrebbe diventare il regista per eccellenza dei prossimi dieci anni.