La Dea e il tabù da sfatare: l'Atalanta non vince in casa dell’Inter dal 2014

Gasperini: "Esame di maturità"

Gian Piero Gasperini

Gian Piero Gasperini

Bergamo, 7 aprile 2019 - L’Atalanta non vince in casa dell’Inter dal 23 marzo 2014. Un 2-1 siglato da una doppietta di Jack Bonaventura. Da allora la Dea nel Meazza colorato di nerazzurro ha sempre perso. Gian Piero Gasperini oggi spera di interrompere questa striscia negativa di quattro sconfitte consecutive per i bergamaschi nella tana del Biscione. «E io da allenatore non ho mai vinto in casa dell’Inter. Speriamo di infrangere questa tradizione negativa. Fare un risultato a San Siro ci darebbe una grande spinta, sarebbe come passare un esame di maturità», è l’auspicio del tecnico atalantino. Unico ex di turno nella Dea.

Che non vuol sentire parlare del 4-1 dell’andata a Bergamo. «Rispetto all’andata siamo cambiati, noi e loro. È una partita difficile quella che ci aspetta. L’Inter è la terza forza del campionato, spesso è stata molto vicino al Napoli salvo vivere un momento di flessione. Affrontiamo una squadra prestigiosa in una cornice di pubblico molto suggestiva. La dimensione dell’Inter è di stare nella zona Champions e ci stanno riuscendo. Spalletti ha fatto un buon lavoro, prima del suo arrivo erano fuori dalle coppe. Noi invece siamo dentro la zona Europa. Cinque punti di distanza però non sono pochi», ragiona Gasperini. Scaricando il ruolo di favorita della vigilia all’Inter. «Giochiamo contro una squadra di livello, che ha ritrovato i risultati e ha un organico importante. Ma noi stiamo bene e vogliamo continuare a fare bene». Oggi a San Siro la Dea, seguita da 3000 tifosi bergamaschi, si presenterà ancora senza il difensore brasiliano Toloi e senza il bomber colombiano Duvan Zapata, squalificato. «Senza Zapata l’unica certezza è che si gioca in undici. È chiaro che l’assenza di una prima punta pesa di più, perché non esistono altri con le stesse caratteristiche. Nemmeno Barrow ha le caratteristiche della punta centrale».

Gasperini per rimpiazzare il vuoto lasciato da Zapata punterà sull’ex rossonero Mario Pasalic, a segno domenica scorsa a Parma, con una duplice variante tattica: il croato da seconda punta con Ilicic arretrando Gomez da trequartista con il 3-4-1-2. Oppure il Papu seconda punta con un quinto centrocampista in un 3-5-2 con un ballottaggio tra Pasalic e Castagne per il ruolo di regista dietro gli attaccanti. Dea che non farà calcoli e non giocherà per il pareggio. Su questo Gasperini è tranciante: «La nostra classifica, già così, è molto buona, ma ci sono molte squadre ancora in bilico e in corsa per più obiettivi. Otto giornate alla fine, ballano 24 punti in palio: inutili fare tabelle o guardarsi avanti e indietro».