Molestava le alunne, maestro di pianoforte libero ma senza internet

Opera, il divieto imposto dai giudici al professore di Opera residente a Pieve resterà valido fino al verdetto finale della Cassazione di Mario Consani

Immagini di pedopornografia sul web

Immagini di pedopornografia sul web

Milano, 1 novembre 2014, Libero, ma non di navigare su Internet. Lui è Paolo R., 57 anni, maestro di pianoforte con il vizio - secondo l’accusa - di molestare le alunne. Arrestato in flagranza nel marzo di due anni fa perché incastrato da micro-camere nascoste in aula, era stato condannato in primo grado a 6 anni e 4 mesi di carcere per almeno una dozzina di episodi di violenza sessuale. La corte d’appello però ha ridotto la gravità dei fatti a semplici molestie, quasi dimezzandogli la pena a 3 anni e 8 mesi. Così R., che in custodia cautelare è rimasto in carcere e poi ai domiciliari per più di due anni, dallo scorso giugno è tornato in libertà e attende ora il giudizio finale della Cassazione. Libero, ma con il divieto di accedere al web per ordine del tribunale.

Il problema è che, pur presunto innocente fino a verdetto definitivo, lo stimato professore di musica, che insegnava in una scuola media di Opera, è ritenuto dai giudici “socialmente pericoloso”. Anche perché, stando a un decreto del tribunale sezione misure di prevenzione, presidente Fabio Roia, di fronte agli inquirenti ha sempre sminuito la gravità dei propri comportamenti che, a suo dire, sarebbero stati fraintesi. In più, in sede processuale c’è in ballo anche l’accusa di aver detenuto materiale pedopornografico (lui ammette le visite a siti porno ma non di aver mai cercato foto pedofile, che però aveva sul computer). Tutto ciò, si legge nel provvedimento del tribunale, «rappresenta un indice concreto ed attuale, proprio per l’assenza di comportamenti positivi di attenuazione della tendenza parafiliaca, di pericolosità sociale che induce a confermare il giudizio di antisocialità del sottoposto». L’allarme a scuola, sulle abitudini del professsore, era scattato all’epoca dopo la denuncia presentata dai genitori di una prima giovanissima vittima. Quando la ragazzina aveva confermato agli investigatori di essere stata palpeggiata durante le lezioni, il procuratore aggiunto Pietro Forno aveva disposto delle intercettazioni ambientali.

Dunque ora in attesa della Cassazione il professor R., per quanto uomo libero, resta tecnicamente un «sorvegliato speciale» su proposta della questura e dovrà attenersi al divieto di navigare sul web. Un’imposizione che spetterà ai carabinieri di Pieve Emanuele, dove il musicista vive, far rispettare. Nel senso che i militari potranno controllare se R. starà lontano da pc, cellulari e tablet, almeno per quanto riguarda l’utilizzo di internet. E se il prof. dovesse violare il divieto di “navigazione” - magari anche senza tornare a visitare siti pedofili - per il semplice fatto di aver girato in Rete gli verrebbe contestato uno specifico articolo di legge che prevede condanne da tre mesi a un anno di arresto.

mario.consani@ilgiorno.net