Rozzano, la città sotterranea nei box abbandonati: qui vivono criminali e senzatetto /FOTO

Monolocali arredati con mezzi di fortuna e deposito di auto rubate nei box mai portati a termine

Un box arredato con tavolo e letto di recupero

Un box arredato con tavolo e letto di recupero

Rozzano (Milano), 18 agosto 2016 - Una necropoli moderna, nascosta dalla vegetazione e sconosciuta ai più dove vivono senzatetto, disagiati italiani e stranieri, clandestini inclusi, e dove la piccola malavita gestisce affari illeciti. La città sotterranea si trova a Rozzano, in via Guido Rossa, a pochi passi dal liceo scientifico Calvino e a non più di trecento metri dal cuore della città, il municipio di piazza Foglia. Un’area vasta quanto un supermercato, dove avrebbero dovuto essere realizzati circa duecento box ma la ditta costruttrice è fallita oltre un decennio fa, abbandonando il cantiere a metà dell’opera: un centinaio di box ultimati, compreso l’allacciamento della luce e le serrande a ogni singolo garage, per altri cento circa realizzate solo le fondamenta.

A farci da guida due giovani magrebini. La città sotterranea è un susseguirsi di lunghe gallerie con decine di box abbandonati. Molti sono stati trasformati in veri e propri appartamenti monolocali, arredati con mezzi di fortuna. In una decina sono presenti letti matrimoniali, armadi, sedie, comodini e bidoni trasformati in servizi. Tavole ancora imbandite e lettini per i piccoli sono il segno, insieme ad alcune foto, che in questa città fantasma vivono anche interi nuclei familiari.

Raggiungere il cuore dell’area dalla strada non è semplice. La vegetazione ha sommerso e nascosto tutto. Si vede a mala pena l’ingresso destinato alle auto, poi dopo circa cento metri ecco l’accesso pedonale, una scalinata che porta nel sottosuolo, completamente invisibile. Da qui, nonostante i nastri bianco e rossi messi dalla polizia locale che avvisano che si tratta di area posta sotto sequestro e le recinzioni parzialmente divelte, accediamo nella città fantasma. Una volta dentro, le due guide ci abbandonano: «Se arrivano le guardie per noi è pericoloso, qui di giorno non c’è mai nessuno». Le gallerie sono deserte. Ma la luce del giorno attraverso le feritoie consente di visitare quasi tutta la necropoli. Una parte di galleria, quella terminale, è un deposito di auto rubate e smantellate. Si contano almeno cinque carcasse di Smart,  pezzi di motore e carrozzeria sparsi ovunque. Molti box sono inaccessibili, con le saracinesche mezze divelte. Anche gli idranti sono stati manomessi, per prelevare acqua potabile, e alcuni formano pozzanghere un po’ ovunque.

Nella città fantasma nascosta nel sottosuolo rozzanese verosimilmente ci vivono dalle trenta alle cinquanta persone, ma potrebbero essere molte di più. Difficile avere un censimento preciso. Di giorno gli abitanti spariscono quando le prime luci provano a illuminare la città nascosta per fare ritorno solo quando ormai è notte. Confidando nel buio e nel silenzio.