Buccinasco, chiude il parrucchiere dei diritti civili

Spese e tasse alte: Bruno rinuncia al suo sogno

Bruno Moi

Bruno Moi

Buccinasco (Milano), 16 febbraio 2016 - Non è un paese per giovani, almeno per chi decide di lanciarsi in una attività, provare a realizzare i propri sogni. È la storia del parrucchiere Bruno Moi che a 20 anni ha deciso di investire tutti i risparmi e provare a seguire il suo sogno: aprire un negozio tutto suo, un salone. Vita difficile per il negozio di Bruno che ha dovuto affrontare anche gli atti vandalici, un anno fa: "Ho iniziato a ricevere insulti quando mi sono apertamente schierato a favore dei diritti civili e per il riconoscimento dei diritti dei gay – racconta –, poi sono iniziati gli attacchi: bottiglie spaccate davanti all’ingresso, decorazioni strappate, escrementi spalmati sui miei gradini".

Bruno non si è fatto intimorire e ha continuato a rincorrere il suo sogno. Poi, mese dopo mese, le tasse lo hanno schiacciato.

"Impossibile continuare – ammette a malincuore –, non c’è speranza per i giovani che decidono di combattere la crisi. Nessun aiuto, una riduzione delle tasse, un contributo per i ragazzi. Come si può pensare di far uscire i giovani dalla crisi se non li si aiuta in qualche modo?". Tanta tristezza, ma nessun rimpianto per Bruno: "Ci ho provato, ho aperto un paio di anni fa Paris Parrucchieri in via Marsala con il desiderio di offrire un servizio familiare, a prezzi contenuti, proprio perché conosco le esigenze e le difficoltà economiche, soprattutto dei giovani. Non so cosa farò, abbasserò la saracinesca e cercherò un’altra strada. Ma è stato bello far parte delle vite di chi è passato di qui".