Modella svedese sequestrata e stuprata, tante altre contattate dal mostro

Cinisello, al vaglio le testimonianze di potenziali vittime. Convalidato l’arresto di Rossetto. Sequestrata in via XXV Aprile anche un’agenda piena di modelle di Laura Lana

L'uomo è stato bloccato dai carabinieri (foto d'archivio)

L'uomo è stato bloccato dai carabinieri (foto d'archivio)

Cinisello Balsamo, 27 marzo 2015 - Le adescava on line, offriva serate in discoteca e fiumi di champagne oltre a occasioni di lavoro. Più di un latin lover che ci sapeva fare, Claudio Rossetto si presentava come un vero manager ben introdotto nei locali che contano e nella moda. Non è solo la miss svedese a essere caduta nella rete ordita dal 41enne di Cinisello arrestato sabato dai carabinieri con l’accusa di aver sequestrato e violentato la modella per cinque mesi e mezzo.

Altre ragazze stanno raccontando di aver avuto diversi contatti con il sedicente agente. A loro sarebbe andata meglio: nessuna segregazione, ma in qualche caso potrebbe esserci stato più di un semplice invito su Facebook. Tutte giovani, bellissime e in cerca di successo nel mondo dello spettacolo le potenziali vittime, attirate da quell’uomo che millantava di poterle far lavorare nel jet set. Alla caserma di Cinisello Balsamo stanno così chiamando altre ragazze. Ha funzionato, insomma, l’invito dei militari della Compagnia di Sesto San Giovanni a farsi avanti: ogni elemento è infatti utile per inquadrare il profilo criminale di Rossetto. Che, a quanto pare, teneva un vero e proprio elenco di modelle, aggiornato in modo ossessivo.

Un'agenda di future vittime, che potrebbe trovare riscontro dalle testimonianze delle donne che si stanno rivolgendo in caserma e che raccontano di un uomo che si presentava come il titolare di due agenzie di moda, a Monza e Milano. I carabinieri stanno ora vagliando tutti gli elementi raccolti nella casa degli orrori di via XXV Aprile, dove per mesi Rossetto ha violentato la 22enne svedese: computer, carte, appunti, che man mano vengono inviati al magistrato.

Intanto ieri il gip ha convalidato l’arresto in carcere. Era uscito di galera nel dicembre 2013, dopo aver scontato cinque dei sette anni di condanna per sequestro di persona, percosse e violenze sessuali: nel 2008 aveva rapito una 18enne bielorussa, torturandola nel box dello stesso edificio.

Un modus operandi sempre identico, che prefigura un profilo di estrema crudeltà. Sette anni e due episodi – almeno quelli noti oggi – che mettono in scena un cliché non occasionale bensì consolidato. laura.lana@ilgiorno.ne