Sesto, il bocciodromo cade a pezzi

Chiuso da ottobre, l’impianto sportivo è abbandonato

Il cartello affisso sulla porta che indica la chiusura

Il cartello affisso sulla porta che indica la chiusura

Sesto San Giovanni (Milano), 10 aprile 2016 - Si entra da via General Cantore. Prato inglese, spazi puliti e curati, dove si gioca a tennis. Ma basta continuare a camminare sui vialetti e svoltare l’angolo perché lo scenario cambi completamente. Da ottobre l’unico bocciodromo rimasto in città non è più attivo e, prima ancora, la serranda è scesa sul bar. "Chiuso" si legge sulla vetrata - rotta - dell’impianto sportivo, che raccoglieva ogni giorno anche più di 100 persone e ospitava gare nazionali anche con 1.500 persone. Erba alta, luci a penzoloni sul corridoio esterno, grondaie piene di foglie, recinzione abbattuta. "È in completo stato di abbandono. Ma questa è una struttura del Comune: è un bene pubblico, di tutti, non si può lasciare così", commenta Bruno Dioli, direttore sportivo della società Risorgimento.

"Anche il bar sta andando in malora - spiega Valter De Ambrosis, Anpi -. Ormai sotto è tutto marcio. Fino a 15 giorni fa, perdeva acqua e altri liquami". Sei mesi fa è iniziata la diaspora. "Andiamo a giocare un po’ ovunque: Monza, Milano, Cusano, Cologno - racconta Nazario De Letteriis, Rondinella 2000 -. Avrebbero potuto almeno riaprire l’impianto, come era stato promesso, ora che non ci sono i costi di riscaldamento da sostenere. Siamo anche disposti a pagare di più: già oggi sosteniamo costi maggiori tra tariffe e spostamenti". Le tre società - Risorgimento, Anpi e Rondinella 2000 - sono disposte anche a mettere mano al portafoglio in modo consistente. "Ci proponiamo per gestire il bocciodromo e il bar - annuncia Sergio Tolio, Risorgimento -. Sosterremo noi la messa a norma con la certificazione anti-incendio che manca: da un nostro sopralluogo, si tratta di circa 12-15mila euro". Il progetto era già stato abbozzato un anno fa in un’assemblea tra i soci dei tre gruppi. "Si tratta di costituire un’associazione senza fine di lucro, un’Asd. I soci fondatori contribuiranno per le prime spese - continua Tolio -. Mesi fa si era fatto avanti il Geas, che stava ragionando sul centro Falck, e così ci siamo fermati. Le procedure avviate dal Comune e il tirarsi indietro di UniAbita mostra chiaramente un dato: nessun operatore, oggi, è in grado di prendere in carico tutto il complesso".

Le tre società presenteranno così all’amministrazione un piano economico-finanziario con la loro proposta di gestione e sostenibilità degli spazi dedicati alle bocce. "Che sia chiaro, però: siamo tutti pensionati, che faranno un investimento di tasca propria. Il municipio non ci deve dire che, se ci offriamo per il bocciodromo, allora dobbiamo gestire anche i campi da calcio - sottolinea Marco Montrasio, Risorgimento -. E deve essere l’ente a garantire le manutenzioni straordinarie". Si può fare, senza gravare sulle casse pubbliche, assicurano i tre gruppi sportivi. "Abbiamo contattato tutti i consiglieri comunali. La Giunta ha dato una risposta, a mio avviso, molto grave a Roberto Di Stefano (Forza Italia), dicendo che non c’è il bilancio del bocciodromo - conclude Montrasio -. Noi vogliamo vedere i conti, senza che si usino numeri in modo strumentale come nelle ultime commissioni".