Stadio Milan, la Pro Sesto fa il tifo per le aree ex Falck

Il vicepresidente Radici: qui ci sono i trasporti e le strutture, non sarebbe una cattedrale nel deserto

Nicola Radici, imprenditore e vicepresidente del club biancoceleste

Nicola Radici, imprenditore e vicepresidente del club biancoceleste

Sesto San Giovanni (Milano), 5 luglio 2015- Dopo i Giovani Sestesi e il Pdl cittadino, anche la Pro Sesto scende in campo e tifa per l'arrivo dello stadio del Milan a Sesto San Giovanni. Più precisamente all'interno delle aree ex Falck. Silvio Berlusconi negli scorsi giorni si è detto ottimista per la prima scelta del club rossonero, vale a dire il Portello. E' atteso per lunedì 6 luglio il pronunciamento della  Fondazione Fiera su quale progetto di riqualificazione sarà scelto per l'area milanese. E, a quel punto, potrebbero rispuntare fuori tutte le vecchie opzioni, che vanno dalla caserma Perrucchetti di Milano fino alle ex acciaierie sestesi o ancora il sito Expo di Rho.

"Sarebbe un’opportunità e un valore aggiunto per la città, per l’ulteriore sviluppo di una delle aree dismesse più grandi d’Europa, per la Pro Sesto, ma anche per il Milan che andrebbe a inserirsi in un progetto già di per sé importante". A dirlo è Nicola Radici, imprenditore e vicepresidente esecutivo della Pro Sesto Calcio. In attesa di capire cosa deciderà la Fondazione Fiera in merito agli interventi urbanistici da realizzare nella zona milanese del Portello, Radici - che in passato è stato manager anche all’Atalanta, all’Albinoleffe e al Prato - non ha dubbi sulla qualità dell'intervento pensato dal Milan. "Mi sono documentato sul progetto che vorrebbe realizzare Barbara Berlusconi. Si tratta di un’idea che va ben oltre lo stadio tradizionale – sottolinea -. Una struttura polifunzionale in grado di offrire servizi anche quando non sono in programma eventi sportivi. Se non dovesse prendere corpo l'ipotesi Portello, quella delle ex Falck sarebbe, dopo la Città della Salute, un’ottima opportunità per il rilancio di Sesto".

Un secondo volano per dare nuova anima anche alla città già costruita. "Da parte nostra, seppur indirettamente, potremmo trarre benefici dalla realizzazione di un’opera così qualificata. Allo stesso modo, il Milan ne avrebbe da un’area ben servita dai mezzi di trasporto pubblici e dalla rete stradale, oltre che dal fatto di essere inserita in un contesto urbano che eviterebbe di realizzare una cattedrale nel deserto".