Vince 210mila euro al "Nuovo maxi miliardario". Ma era un errore di stampa

La donna si è vista annullare la vincita: partono le cause di Patrizia Longo

Monete (Ansa)

Monete (Ansa)

Sesto San Giovanni (Milano), 6 luglio 2014 - Gratta e vinci. Anzi perdi, se il biglietto superfortunato si rivela un tiro mancino della Dea bendata. Anche lei, evidentemente, può sbagliare. Ma un suo piccolo errore costa caro: 210mila euro per una sestese che, in quel tagliando del «Nuovo maxi miliardario» da 20 euro, aveva riposto comunque tante speranze.

Se non fosse una questione seria, ci sarebbe da pensare a un Pesce d’aprile. Perché Monica il Gratta e quasi-vinci lo ha acquistato il primo di quel mese. E da allora combatte per incassare quello che ritiene il suo giusto premio. «Sono andata in una tabaccheria del centro di Sesto — racconta la donna, 49 anni da compiere — Davanti a me c’era un signore che ha acquistato due biglietti da venti euro ciascuno, li ha grattati e ha vinto con tutti e due. Allora mi sono convinta a provarci, anche se la cifra non era da poco». Dopo la chiusura del suo negozio, due anni fa, e con i debiti ancora da pagare, Monica spera in un colpo di fortuna.

Gratta gratta, non crede ai suoi occhi: il 53 le fa vincere 200mila euro, il 27 altri 10mila. Ma quando mostra il tagliando alla tabaccaia, ecco la doccia fredda: «C’è un’anomalia, la macchinetta non dà la convalida».

Il suo caso, che sembra già tanto incredibile, non è neppure l’unico: pochi giorni prima, a Milano, la iella è toccata a un tunisino di 61 anni, che pensava di aver vinto 100mila euro. In Sicilia la Dea bendata di milioni ne aveva distribuiti ben cinque, sia Messina che a Caltanissetta: anche lì, per sbaglio.

Perchè di errore nella stampa parla Lottomatica, che non intende pagare: «Il biglietto è stato sottoposto alla procedura di validazione ed è risultato non vincente» scrive il presidente di Lotterie nazionali, Alessandro Paciucci, in risposta a una raccomandata del legale di Monica. «Scusandoci per il disturbo arrecato - prosegue - siamo ovviamente disponibili al rimborso del prezzo del biglietto oppure alla corresponsione di un nuovo biglietto di pari importo».

Monica, però, non si è data per vinta: «Mi è sembrata una presa in giro», racconta la donna, che si è messa alla ricerca degli altri quasi-vincitori. In tre si sono rivolti all’avvocato penalista Vincenzo Mavilla, che ha presentato un esposto in Procura ipotizzando truffa e falso. Ciascuno di loro si è affidato anche a un legale, per cercare ragione con una causa civile. E Monica, che ha scritto anche al premier Renzi, ora vuole estendere le ricerche: «Chissà in quanti siamo stati beffati».

patrizia.longo@ilgiorno.net