Sesto San Giovanni, il business del subaffitto

Ancora uno sgombero in una casa popolare: gli assegnatari dall'Egitto piazzavano i letti a 150 euro l'uno. E accumulavano una morosità choc

La polizia locale è in campo

La polizia locale è in campo

Sesto San Giovanni (Milano), 17 novembre 2017 - Un altro appartamento sgomberato. Un altro assegnatario tornato nel Paese d’origine, che subaffittava l’alloggio popolare senza pagare l’affitto al Comune. Si tratta del terzo caso, emerso in pochi giorni dai controlli incrociati dell’Osservatorio Casa e della polizia locale. L’appartamento si trova a Cascina Gatti e fa parte dell’edilizia residenziale pubblica. Era stato assegnato a una famiglia egiziana, composta da sei persone: genitori e quattro figli minori. Quando i dipendenti comunali sono andati a visionare la casa non hanno trovato nessuno degli assegnatari.

Nelle camere da letto c’erano sette brandine singole e presenti altri quattro stranieri, provvisti di documenti e regolari sul territorio nazionale. Agli agenti i quattro hanno raccontato come la famiglia egiziana assegnataria da tempo fosse tornata nel suo Paese e che loro stavano in quella casa di Cascina Gatti perché pagavano un canone di 150 euro al mese per ogni singolo letto.

"A quel punto, abbiamo sgomberato l’appartamento e abbiamo attivato la procedura di decadenza, dopo aver scritto all’assegnatario senza ricevere risposta – spiega l’assessore al Demanio e alla Sicurezza Claudio D’Amico -. Così, passati i 15 giorni, abbiamo dichiarato chiuso il contratto con la famiglia egiziana". Che, nonostante guadagnasse 1.050 euro al mese per il subaffitto irregolare, non versava canone al Comune: gli assegnatari avevano infatti accumulato arretrati per oltre 12mila euro. "Sono situazioni inaccettabili. Si lucra sulle case pubbliche, che appartengono a tutti i sestesi, togliendole a chi ne avrebbe davvero diritto perché si trova in difficoltà economica – commenta D’Amico -. L’obiettivo è riportare sicurezza e legalità all’interno di tutto il patrimonio comunale e di Aler. È una battaglia di equità". La proposta dell’amministrazione è di setacciare tutti gli appartamenti pubblici, con la collaborazione di Aler e Regione Lombardia e il via libera della Prefettura.

In attesa dell’accordo quadro, proseguono le ispezioni. "Sembra un sistema ben preciso. Queste famiglie, a seguito di sfratti, si fanno assegnare un alloggio. Non pagano, rientrano nel loro Paese e incassano affitti da altri stranieri, spesso irregolari in Italia come nel caso di viale Casiraghi – denuncia l’assessore -. Abbiamo ereditato una situazione senza regole né controlli e con una morosità, anche colpevole come in questi casi, davvero esplosiva".