ANDREA GUERRA
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Il sindaco di Sesto: la moschea è un luogo integrato. Mi preoccupa chi prega di nascosto

Il sindaco di Sesto San Giovanni Monica Chittò: orgogliosa che a Sesto sia finita la fuga di Anis Amri

Il sindaco di Sesto Monica Chittò

Il sindaco di Sesto Monica Chittò

Sesto San Giovanni (Milano), 24 dicembre 2016 - Il sindaco di Sesto San Giovanni ha il volto orgoglioso del primo cittadino fiero delle forze dell’ordine che lavorano nella sua città. Nella conferenza stampa andata in scena ieri pomeriggio nel municipio dell’ex città delle fabbriche, Monica Chittò ha ripetuto, sottolineandola, oltre 5 volte la parola «ordinario», che fa da contraltare a una giornata davvero straordinaria. «Ringrazio pubblicamente le forze dell’ordine per il presidio capillare del territorio che mettono in atto quotidianamente, anche con azioni coordinate che vedono la collaborazione di polizia di Stato, agenti del corpo locale e carabinieri. I due agenti intervenuti questa notte hanno fatto un’azione ordinaria che è diventata straordinaria».

In città ora saranno rafforzati e intensificati i controlli e le azioni? «Dire rafforzare significa che fin qui stiamo facendo poco. Invece è proprio questo il fatto: le forze dell’ordine in città fanno molto, lo hanno sempre fatto. E quello che è successo questa notte è la prova. Certo, ho chiesto di essere sempre informata personalmente sui fatti e sui risvolti delle indagini: l’ho detto stamattina al telefono al ministro dell’Interno Minniti con il quale ho parlato subito dopo le verifiche sul terrorista. Ripeto ancora: siamo in un momento delicato, voglio solo ringraziare le forze dell’ordine. Sono figlia di un poliziotto che ha lottato contro il terrorismo in città, so bene qual è l’impegno che mettono in campo ogni giorno».

Si sta indagando sui possibili contatti sul territorio di Anis Amri. Non ha il timore che ci possa essere una base in città? «Nel merito non c’è ancora alcuna notizia al riguardo. È successo qui, è normale che le indagini guardino al territorio. Però non è stata un’azione mirata ma un normale controllo del territorio. Posso dirmi fiera che sia successo qui, cioè in una città dove i controlli vengono svolti regolarmente. Questo signore ha girato mezza Europa e poi ha Sesto è stato fermato e ucciso. Registro questo come un fatto positivo».

Negli ultimi mesi sono stati diversi gli attacchi contro di lei: le scritte sul muro del Comune erano un chiaro riferimento agli stranieri. Pensa possa esserci un nesso? «Le scritte sono state un inasprimento del dibattito politico. Sesto San Giovanni è orgogliosamente fiera di come ha saputo gestire negli anni i processi di integrazione. Nessuno può sfruttare quanto accaduto a suo favore, oppure fare speculazioni politiche».

In città si sta realizzando la moschea più grande della Regione. Non c’è il pericolo che celi un gruppo di integralisti? «È pretestuoso usare il fatto di cronaca per parlare della moschea. Io mi preoccupo di quelli che pregano di nascosto, non di quelli che lo fanno in un luogo pubblico, inserito nella comunità cittadina. I terroristi si nascondono, non fanno accordi col Comune alla luce del sole. Quindi teniamo distinte le due cose, non fa onore alle forze dell’ordine mischiare i discorsi. Questa mattina i responsabili della comunità musulmana mi hanno incontrato per gli auguri di Natale. Non sapevano ancora dei fatti della stazione. Li ho avvisati io».

State pensando a un riconoscimento per gli agenti di polizia? «Senza dubbio. Ci prendiamo qualche giorno per decidere, ma a breve troveremo il modo di fare sentire loro il nostro affetto, come quello di tutto il Paese».