RAFFAELLA FOLETTI
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«Il Qatar finanzia la moschea. Sesto capitale dell'integralismo islamico»

Le accuse di Roberto Di Stefano, candidato sindaco, e del centrodestra. La replica: solo finanziamenti tracciati, nulla dalla Qatar Charity

La futura moschea

La futura moschea

Sesto San Giovanni (Milano), 6 giugno 2017 - «Purtroppo dobbiamo confermare che i principali finanziatori della moschea di Sesto, quella che sarà la più grande del Nord Italia, sono, in gran parte, degli emiri del Qatar e in particolare di Qatar Charity, un fondo che mette miliardi in tutta Europa per costruire moschee diffondendo l'Islam più radicale, politico e integralista».

La dichiarazione è del candidato sindaco del centrodestra Roberto Di Stefano, che ricorda come Egitto, Arabia Saudita e altri 4 Paesi abbiano chiuso ieri le frontiere con il Qatar perché «fomenta il terrorismo». «Ricordiamo che la Fondazione Qatar Charity - sottolinea Di Stefano - è stata riconosciuta dal governo americano come uno dei soggetti finanziatori di al-Qaeda e nel 1997 lo stesso Osama Bin Laden ricevette del denaro da parte di questo fondo. Siamo veramente preoccupati da questa deriva senza fine: Sesto sta diventando, per colpa del sindaco e del Pd, la capitale dell'integralismo islamico. Qui a Sesto si costruirà la moschea più grande del Nord Italia finanziata da un Paese vicino al terrorismo».

Rincara la dose Riccardo De Corato, ex vicesindaco di Milano e capogruppo di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale in Regione Lombardia: «Dove troverà i soldi per costruire la moschea più grande del nord Italia a Sesto la comunità islamica? Basterà rinunciare ad un caffè come vanno dicendo negli ultimi giorni o dietro c'è qualcosa di più grande?. Se a Sesto vincerà il Pd con il sindaco Chittò, possiamo dire che mentre i Paesi arabi chiudono le porte al Qatar perché finanzia il terrorismo noi gli permettiamo di costruire una moschea nel nostro territorio, prima breccia verso l'islamizzazione del nostro Paese».

Si aggiunge Viviana Beccalossi, assessore regionale al Territorio, Urbanistica, Difesa del suolo e Città Metropolitana: «Giusto e doveroso pretendere trasparenza sui finanziamenti della più grande moschea del Nord Italia in costruzione a Sesto San Giovanni senza però mai dimenticare che alla porte di Milano già regna l'illegalità. Infatti, proprio a fianco del cantiere di quest'opera, esiste già una moschea, definita dall'amministrazione comunale 'provvisoria', che gli uffici tecnici di Regione Lombardia da tempo hanno dichiarato 'illegale'. E nonostante tutto ciò sia stato notificato al sindaco Monica Chittò, nulla è stato fatto per sanare una situazione che non rispetta le normative urbanistiche vigenti in Lombardia. Un fatto grave e inaccettabile, come grave e inaccettabile sarebbe accertare che parte dei 5 milioni stimati per realizzare la mega- moschea provengano dal Qatar. Il Centro islamico faccia subito chiarezza e sgomberi il campo da ogni dubbio».

Infine la Lega Nord: «Chiediamo al sindaco e al Governo di bloccare il progetto della costruzione della moschea, la più grande del Nord Italia, che si scopre essere finanziata da fondi provenienti dal Qatar, uno Stato messo all'indice perché accusato di finanziare il terrorismo islamico internazionale». Così il vicecapogruppo in Consiglio Regionale Jari Colla e Riccardo Pase, segretario provinciale. "I soldi per la costruzione della moschea sestese arrivano da una Fondazione, la Qatar Charity, già finanziatrice di Osama Bin Laden e che in Italia ha già sovvenzionato la costruzione di 43 moschee. È ora che la Sinistra si faccia un esame di coscienza e la smetta di assecondare e piegarsi alle pretese della comunità islamica italiana. Il voto di domenica sarà uno spartiacque per il futuro della nostra comunità: o blocchiamo sul nascere la deriva islamista a Sesto e in Italia o presto tutti noi saremo chiamati a subirne le drammatiche conseguenze».

Non tarda ad arrivare la presa di posizione del sindaco Monica Chittò, che ha appena incontrato i responsabili della centro islamico sestese: «La costruzione della nuova moschea avverrà solo grazie a finanziamenti tracciati, dati senza condizioni e provenienti da soggetti che non entrino in liste nere del Governo italiano» e «nessun contributo» è arrivato dalla Qatar Charity. Le illazioni di Di Stefano? Solo ulteriori, pesanti strumentalizzazioni. Nella mia qualità di sindaco ho immediatamente convocato per oggi i responsabili del Centro, che ho appena finito d'incontrare. Nel colloquio essi hanno appunto affermato di accettare solo finanziamenti tracciati, dati senza condizioni e provenienti da soggetti che non entrino in liste nere del Governo italiano. Hanno anche affermato di non aver ricevuto alcun contributo dalla Fondazione citata e che la maggior parte delle risorse fin qui raccolte provengono da membri della Comunità, della quale ribadiscono il carattere italiano».

Chittò ha informato il Prefetto di questo colloquio e ha aggiunto che «dovesse risultare in futuro che il Centro Islamico abbia ricevuto o riceverà finanziamenti da Fondazioni sospette, interverrò per revocare il permesso di costruzione. Questo per la tranquillità dei cittadini sestesi».