Cusano, battaglia della scuola media Zanelli contro il bullismo e le insidie sui social

La scuola organizza una serata educativa per ragazzi e genitori

La battaglia contro il bullismo su web è appena iniziata

La battaglia contro il bullismo su web è appena iniziata

Cusano Milanino (Milano), 5 dicembre 2016 - Il bullismo e le mille insidie di Internet e dei Social. Argomenti che nella comunità degli adolescenti si intrecciano dando vita a fenomeni per lo più impercettibili agli adulti, almeno fino a quando non sfociano in reati o peggio, in tragedie. E’ una chiamata alla responsabilità dei genitori quella lanciata dalla scuola media Zanelli di Cusano Milanino, dove l’insegnante Paola Bordoni, con la collaborazione di alcuni colleghi, ha organizzato una serata di informazione e di istruzione per genitori, spesso impreparati, altre volte incuranti, dinanzi ai pericoli della rete web.

La risposta è stata eccezionale, oltre 200 genitori hanno ascoltato la psicologa Pamela Gottardi dell’associazione Alberio, l’ingegnere Alfredo Arienti di Cisco System, e una rappresentanza dei carabinieri di Cusano, che per due ore hanno cercato di tracciare una fotografia precisa dei fenomeni più preoccupanti.

«Tutto è nato in una delle mie classi, dove i ragazzi portavano rancori da oltre un anno a causa di una lite avvenuta via Whatsapp – spiega Paola Bordoni -, i dissidi si sono sciolti solo dopo che ne abbiamo parlato in classe, di persona. Il problema è che i ragazzi si chiudono nel mondo dei Social, dove ogni commento, ogni accusa si spersonalizza e spesso i ragazzi diventano più violenti e incontrollabili». Lo scenario descritto dagli esperti è incredibile. Già dalle elementari molti ragazzi possiedono lo smartphone. Alle medie in molti sono sui Social, nonostante i limiti di età.

«Gli esperti ci dicono che i ragazzi faticano ad avere l’accesso a facebook – spiega Bordoni -, ma i genitori non trovano pericoloso Instagram. In un recente studio, solo 3 ragazzi su 100 sono su facebook, mentre tantissimi sono su Instagram, che rappresenta la nuova emergenza perché è fatto per il mobile e i ragazzi si collegano a internet via smartphone, non via pc».

Spesso ragazzi e genitori ignorano il rischio di commettere reati sui Social. I più frequenti sono la diffamazione, la sostituzione di persona attraverso la creazione di profili finti, la trasmissione di immagini e video che riprendono minori in atteggiamenti equivoci e che possono configurare il reato di pedopornografia.