RAFFAELLA FOLETTI
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Sospetti jihadisti tra Cologno e la Siria

Dai guerriglieri-manovali ai barconi: otto anni di indagini e arresti

Il video che portò a identificare nove siriani a Cologno

Il video che portò a identificare nove siriani a Cologno

Cologno Monzese (Milano), 21 novembre 2015 - Sei di loro sarebbero partiti dall’Italia per andare a combattere in Siria già nel 2012, quando nel Paese mediorientale l’esercito libero era schierato contro Assad. Alcune fazioni si stavano avvicinando al gruppo estremista islamico di Al Nusra, ma l’Isis non aveva ancora preso piede in quell’area.

Insieme ad altri, avrebbero compiuto in Italia anche una serie di aggressioni contro connazionali sostenitori appunto del regime di Assad, tra il 2011 e il 2012, tra cui quella ai danni di due titolari di un bar a Cologno Monzese.

Secondo le intercettazioni telefoniche – 13 le persone nel mirino degli investigatori, tutte residenti nell’hinterland; 8 gli indagati per i quali le indagini sono state chiuse, tutti a piede libero, tra i quali quattro siriani – Abd Alghane Zead, 26 anni, che attualmente si troverebbe ancora in Siria, e Abou Azan Bassam, in concorso con altri due connazionali, avrebbero organizzato le partenze dalla Siria e i viaggi di clandestini e persone in fuga dalla guerra. Viaggi che costavano fino a 12mila euro per arrivare in Italia su barconi salpati dalla Turchia ed essere poi trasportati via terra in Paesi del Nord Europa, in particolare la Svezia.

L'ipotesi di reato per la Procura di Milano è associazione finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Tra le persone coinvolte c’è appunto il siriano Abd Alghane Zead, 26 anni, già indagato per terrorismo internazionale nell’ambito dell’inchiesta sul gruppo che nel 2012 sarebbe partito dall’Italia per andare a combattere per l’esercito libero siriano contro Assad.

Poi, al centro dell’inchiesta coordinata dal pm Alessandro Gobbis, Abou Azan Bassam, fratello di altri due indagati per associazione con finalità di terrorismo internazionale nella stessa indagine. Inchiesta chiusa – gli inquirenti valutano se formulare la richiesta di rinvio a giudizio – anche a carico di due marocchini, un uomo e una donna; e due commercialisti italiani che avrebbero aiutato i siriani che volevano rimanere in Italia a ottenere documenti falsi.