Cinisello, le richieste del pm per Rossetto: 18 anni e 880mila euro di danni

Il 10 giugno la sentenza per il sedicente agente accusato di aver sequestrato la miss

Il palazzo dell’orrore

Il palazzo dell’orrore

Cinisello Balsamo (Milano), 28 maggio 2016 - Diciott'anni di reclusione e 880mila euro di risarcimento danni. Sono le richieste di condanna presentate da pm e parte civile al processo al Tribunale di Monza nei confronti del sedicente agente pubblicitario di 42 anni Claudio Rossetto, accusato di aver sequestrato, violentato, torturato fisicamente e assoggettato psicologicamente per sei mesi nella propria abitazione la miss svedese di 24 anni che sostiene di essere stata «liberata» nel marzo 2015 dai carabinieri arrivati nell’appartamento dopo la telefonata della mamma del sedicente agente pubblicitario che segnalava una lite violenta con il figlio.

Per questa vicenda l’uomo è finito in carcere, da dove era già uscito nel dicembre 2013 dopo aver scontato 5 dei 7 anni di condanna per violenza sessuale, percosse, minacce e ingiurie: nel 2008 aveva infatti rapito una 18enne bielorussa, torturandola nel box dello stesso edificio. «C'è una spaventosa similitudine tra queste due vicende – ha dichiarato nella requisitoria il pm monzese Vincenzo Fiorillo – ma quella della miss è molto più grave perché è durata sei mesi, che a lei devono essere sembrati 60 anni». Il pm ha parlato di «una ragazza bellissima e solare trasformata in una larva umana» dall’imputato che «non voleva inserirla nel mondo della moda ma avere un cagnolino al suo fianco» e di «una galleria degli orrori agghiacciante», riferendosi alle violenze subìte dalla ragazza.

L'avvocato di parte civile, Massimo Caiazza, ha invece parlato di «totale prostrazione e soggezione con torture a cadenza quotidiana» da parte dell’«adescatore seriale» Claudio Rossetto al quale la ragazza svedese «aveva il terrore di ribellarsi perché temeva per la vita», chiedendo il risarcimento dei danni patrimoniali, biologici e morali «da liquidarsi subito senza provvisionale perché sono soldi che non avremo mai ma bisogna evitare anche una causa civile alla ragazza che, solo dopo nove mesi, ha iniziato a osare di uscire da sola».

Secondo i legali di Rossetto, Gaetano Pecorella e Matteo Cherubini invece, «la giovane e l’imputato hanno vissuto la stessa storia in modo diverso», puntando anche il dito sulle incongruenze tra quello raccontato dalla parte civile nell’incidente probatorio, dove si parlava di un’iniziale relazione sentimentale, e nella denuncia che parla di immediate violenze. La sentenza il 10 giugno.