La droga si riprende Sant’Eusebio: il rione di Cinisello torna centrale di spaccio

Qualcosa è però cambiato dai primi anni ‘90: "il fortino" non è più inespugnabile

Carabinieri tra i palazzoni

Carabinieri tra i palazzoni

Cinisello Balsamo (milano), 29 aprile 2016 - Negli anni '90 era chiamato «Il fortino di Sant’Eusebio». Una vera fortezza per trafficanti e spacciatori che, tra i palazzoni popolari alla periferia Nord di Cinisello, avevano stabilito il quartier generale di un’organizzazione capace di smerciare droga in tutta Milano. Sant’Eusebio incuteva terrore perché quei palazzoni popolari – chiusi a ferro di cavallo come una fortezza medioevale fitta di cunicoli e nascondigli – rappresentavano uno dei luoghi della criminalità più inespugnabili. A 24 anni dall’operazione Sant’Eusebio che, con 56 arresti, sgominò le principali famiglie annidate nel rione, i riflettori sono ora tornati ad accedersi sul più popolare dei quartieri di Cinisello. Si parla di fiumi di droga e di un’attività di spaccio che, sebbene non sia quella di vent’anni fa, è tornata a destare preoccupazione.

L’operazione Dexter, messa in atto nei giorni scorsi dagli agenti della Narcotici della Questura di Milano, ha cristallizzato i nuovi equilibri della criminalità locale e soprattutto messo fuori gioco uno degli esponenti emergenti del controllo dello spaccio, capace di fare affari con gli albanesi e di tenere ai suoi ordini numerosi «cavalli», spacciatori al dettaglio italiani e stranieri. Cos’è cambiato dai primi anni ‘90? Innanzitutto che Sant’Eusebio non è più inespugnabile. Alcuni degli spacciatori storici sono tornati in libertà negli ultimi 5 o 6 anni, e hanno cercato di riprendere l’unico mestiere che conoscono. Sono anche subentrate le nuove generazioni, che però non godono dell’impunità di un tempo. Negli ultimi due anni carabinieri e polizia hanno compiuto decine di arresti, quasi sempre di pesci piccoli ma in qualche caso anche esponenti di spicco delle famiglie vecchie e nuove.

Negli ultimi tre mesi gli arresti sono stati almeno 15, una decina i denunciati e oltre 20 i consumatori segnalati alla Prefettura. Tra gli arrestati crescono gli stranieri. Del resto i palazzoni Aler si stanno popolando di nuovi inquilini africani e di magrebini che, non avendo da lavorare, diventano facile preda dei signori della droga. Circa un terzo degli arrestati proviene dall’Africa. Non è un caso che l’unico fatto di sangue legato alla criminalità locale abbia avuto come obiettivo un senegalese: nel novembre 2014 un uomo di 36 anni è stato gambizzato alla fermata dell’autobus. Non si è mai scoperto il colpevole, né lui ha mai aiutato gli investigatori per giungere a una soluzione del caso.

I sequestri mostrano che circa due terzi dello stupefacente smerciato sono hascisc, seguiti da marijuana e cocaina. L’eroina, che un tempo regnava qui, è solo marginale, ma le recenti scoperte di montagne di siringhe usate nel parchetto di via Machiavelli fanno temere che il fenomeno sia in aumento. Le forze dell’ordine sono presenti giorno e notte. Lo dimostrano i quasi 2.500 controlli compiuti in tre anni da polizia e carabinieri. Una situazione sintetizzata bene dalle forze dell’ordine con una battuta: «Se oggi ci si accorge che a Sant’Eusebio c’è tanta droga, è soprattutto perché le forze dell’ordine stanno facendo tanti arresti».

Ottimista anche il sindaco Siria Trezzi: «La droga è indubbiamente tornata a Sant’Eusebio, ma a differenza del passato il quartiere non è rassegnato, dunque sono fiduciosa che ce la farà a uscirne. Probabilmente la droga non è mai andata via da Sant’Eusebio ma negli ultimi anni, complice la crisi economica, è tornata a rappresentare un elemento molto presente nel quartiere. Ma non sono pessimista. Rispetto al passato ci sono molti elementi positivi. A partire dal quartiere, che oggi è vivo e strutturato. Le realtà associative sono propositive e vivaci, capaci di reagire in modo positivo alla criminalità».

La stessa amministrazione comunale, che fino a qualche anno fa era più propensa a nascondere i fenomeni di spaccio per evitare di alzare la tensione in un quartiere che stava cercando il rilancio, oggi ha scelto un cambio di strategia radicale: «Sono convinta che gli arresti compiuti in città vadano comunicati con la maggiore visibilità possibile – afferma il sindaco – perché significa che le forze dell’ordine stanno lavorando intensamente e hanno il fiato sul collo dei criminali. Non dobbiamo avere paura degli arresti perché indicano che la situazione è sotto controllo e che non c’è spazio per spacciatori e trafficanti nella nostra città. Le forze dell’ordine stanno ottenendo risultati importanti e di questo siamo contenti».