Bresso, sale giochi: il Tar boccia il Comune

Accolto il ricorso di un commerciante cinese, annullata l’ordinanza che limitava gli orari dei locali con le slot

Comune in prima linea nella battaglia contro la ludopatia

Comune in prima linea nella battaglia contro la ludopatia

Bresso (Milano), 27 maggio 2015 - E' illegittima l’ordinanza con la quale il sindaco di Bresso nell’aprile del 2014 ha "ristretto" l’autorizzazione al gioco d’azzardo nei locali pubblici della città. Lo ha stabilito il Tribunale Amministrativo della Lombardia sulla base di un ricorso avanzato dai legali di un esercente di nazionalità cinese che a Bresso gestisce la sala giochi "Sun City". Il tribunale ha annullato l’ordinanza ritenendo infondate le motivazioni "socio-sanitarie" avanzate dall’amministrazione per vincolare l’apertura delle sale giochi tra le 10 e le 20. Nella definizione delle limitazioni di orario, il Comune aveva fatto leva sulla seguente motivazione: "Tutelare le fasce psicologicamente più deboli della popolazione rispetto ai pericoli di disagio insiti nella patologia del gioco d’azzardo compulsivo". L’ordinanza si limita a indicare che "i dati forniti dal Dipartimento dell’Asl dimostrano come tale sindrome non solo sia in crescita esponenziale sul territorio, ma rivela picchi più elevati, sulla base degli accessi ai Sert, proprio nei presidi sanitari di Cinisello e Sesto, maggiormente contigui al nostro territorio comunale".

Indicazioni sanitarie che il Tar definisce troppo generiche per "poter apprezzare la ragionevolezza della scelta effettuata dal sindaco nella ponderazione degli interessi in gioco", come è scritto nella sentenza. Il Tar condanna anche il Comune di Bresso al pagamento delle spese legali per 2.500 euro, mentre non riconosce ai ricorrenti le richieste economiche avanzate per i presunti danni subiti. "Trovo singolare - afferma il sindaco Vecchiarelli - che il provvedimento di rigetto ritenga le motivazioni socio-sanitarie deboli. A livello politico bisogna dire chiaramente che la ludopatia è un male sociale grave". Questa sentenza, che segue di qualche mese quella già presentata contro il Comune di Milano, ora rischia di rimettere in moto la macchina dei ricorsi anche negli altri Comuni che stanno tentando di ridurre l’esercizio delle sale giochi e dei bar nei quali sono in funzione le slot. Cinisello, per ovviare il rischio di ricorsi, aveva rinforzato i vincoli dell’ordinanza del sindaco con una delibera che rispondeva alle nuove norme del Commercio. Tuttavia si era ben guardata dal ridurre l’orario di esercizio al di sotto delle 12 ore già previste in precedenza.