Penna, carta e pensieri mai detti: "Caro amore, ti scrivo una lettera"

Nel giorno di San Valentino tornano le parole nero su bianco

 #ScriviAmo

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Milano, 14 febbraio 2016 - «Credo proprio di aver scritto delle stupidaggini, per gli altri almeno, ma per noi che ci amiamo tanto non è affatto stupido», scriveva Wolfgang Amadeus Mozart alla moglie Costanze Weber. Ci vuole coraggio a prendere carta e penna e a riempire il foglio bianco dei propri sentimenti. Ci voleva coraggio allora, quando la lettera d’amore era l’unico messaggero di Cupido, e ne serve ancora di più oggi, ai tempi dell’amore cinguettato, postato, fotografato sui social network. Inguaribili romantici i nostri lettori che, in occasione di San Valentino, hanno riscoperto il piacere vintage di scrivere a mano le parole del cuore. Alla moglie, al fidanzato, al papà malato: amore in tutte le lingue.

La lettera che ha vinto il progetto di Poste italiane

«Non fermiamoci ai ricordi gai, pensiamo a quanto siamo cresciuti, alle difficoltà alle responsabilità che hanno fatto di un amore appena nato, un amore maturo. Pieno di incomprensioni, di litigi ma anche di rispetto e di continuità». Lo scrive Eleonora La Valle, di Costamasnaga (nel Lecchese) al «suo» Carlo, trentanove anni di matrimonio insieme. Spetta a lei il premio del progetto «ScriviAmo», promosso da Poste italiane e dal «Giorno» in occasione della giornata degli innamorati per «riscoprire il piacere di scrivere una lettera a mano» (in palio un set di scrittura), mentre questa mattina, dalle 10 alle 12, sarà ancora possibile acquistare lo speciale francobollo dedicato a San Valentino nello spazio filatelia di via Cordusio 4, a Milano. E proprio a una postina milanese, l’amata Debora, è indirizzata la lettera di Dino: «Anche oggi, sotto la tua divisa di postina – giallo canarino – sei passata dal solito posto fisso... Ti ho guardato... E tu con il tuo solito sguardo, hai saputo riempire il mio cuore». «Ma cos’è per noi l’amore? – domanda Anna ad Angelo, la sua dolce metà –. È svegliarsi all’alba, sorriderci, guardare il cielo ad oriente e bere un caffè insieme». Per Gian Luca, invece, l’amore è quello di figlio che accudisce il padre malato: «Papà, è San Valentino. Facciamo finta che questa possa essere la nostra festa. In fondo, l’amore non ha distinzioni. E, quest’anno, hai tanto bisogno di un abbraccio, una carezza, un qualcosa che ti faccia sentire importante e, soprattutto, ti faccia guarire».

Infine la lettera a un amore non ancora arrivato (seconda classificata): «Io che una persona alla quale scrivere non ce l’ho. Vorrei averla però, con tutto il mio cuore». E ancora: «San Valentino è la festa degli innamorati. Ma non potrebbe essere la festa di chi vorrebbe innamorarsi». Care vecchie lettere d’amore, scritte inseguendo un pensiero d’affetto che non sempre prende carattere sul foglio. Perché, come avverte Nazim Hikmet alla moglie Munevver, «quello che vorrei dirti di più bello non te l’ho ancora detto».

Alcune delle lettere inviate