Vanzago, oasi del Wwf a rischio estinzione

Gli animali selvatici vengono curati ogni giorno. E' caccia ai fondi per salvare il centro

I veterinari al lavoro

I veterinari al lavoro

Vanzago (Milano), 15 gennaio 2016 - E' un vero e proprio ospedale per animali selvatici feriti, abbandonati o vittime di bracconaggio: gufi, barbagianni, poiane, corvi, gheppi, tordi, ricci, pipistrelli, germani reali, volpi, tartarughe e caprioli. Quando ha aperto nel 1995 gli animali curati e rimessi in libertà furono 185, in dieci anni il numero è arrivato a quasi un migliaio. Nel 2015 sono stati 3.348 animali. Dall’inizio del 2016 sono già passati nella clinica veterinaria 16 animali e proprio l’altro giorno è stato rimesso in libertà un bellissimo sparviero.

Stiamo parlando del Centro Recupero Animali Selvatici situato all’interno dell’oasi del Wwf di Vanzago; punto di riferimento per il territorio provinciale di Milano, Varese, Como, Novara, Lodi e Monza Brianza, vive grazie ai contributi di questi Enti. Ora le cure agli animali sono a rischio a causa dell’abolizione della Provincia di Milano, come Ente, e di alcune novità in materia di tutela della fauna selvatica che hanno assegnato la competenza alla Città Metropolitana fino a marzo 2016 e poi alla Regione Lombardia.

"Nonostante i nostri solleciti e le richieste d’incontro con i responsabili di Città Metropolitana non siamo riusciti a parlare con nessuno. Dopo mesi di incertezze e di attesa la situazione non si è sbloccata e intanto nel 2015 non abbiamo ricevuto un solo euro per l’attività del Cras – spiega Andrea Longo, direttore dell’oasi vanzaghese –. Il Wwf ha anticipato il contributo necessario per il Centro, quasi 25.000 euro, pensando che prima o poi i soldi sarebbero rientrati. Ma oggi sapendo che non riceveremo nulla siamo davvero preoccupati perché l’attività è a rischio. Siamo preoccupati per il futuro, speriamo che con l’interessamento della Regione e il fatto che dal prossimo marzo le competenze dovrebbero essere chiare finalmente arrivino anche i finanziamenti". Senza fondi, infatti, questa importante realtà rischia di chiudere e la nostra Regione perderebbe una vera e propria eccellenza a livello nazionale. All’interno del Cras un veterinario, Stefano Raimondi, e una sessantina di volontari che, dopo aver seguito un apposito corso di formazione, danno una mano nella cura degli animali feriti o malati fino a quando possono tornare in natura.

In questi vent’anni di attività sono stati curati animali rapaci sequestrati dalla polizia provinciale, uccelli impallinati che arrivano durante la stagione venatoria, un muflone, tassi o cuccioli di caprioli che non hanno nessun problema, "sono semplicemente vittime della non conoscenza di incauti gitanti che, mossi sicuramente da buone intenzioni, li recuperano e manipolano magari in un momento in cui la madre li ha lasciti incustoditi", spiega Raimondi, veterinario responsabile della clinica. La percentuale di animali che vengono liberati dopo le cure è appena sotto il 50%, "il plauso di questo risultato va sicuramente diviso tra il lavoro del veterinario e l’aiuto dei volontari Wwf che con la loro passione e la loro disponibilità ci permettono di tenere aperto e funzionante il Centro 365 giorni all’anno, mantenendo sempre un altro grado di professionalità", conclude Longo.