Pero, profughi al Falcon Residence: il prefetto decide per il no

Mancano le necessarie condizioni di sicurezza, tramonta l’ipotesi ospitalità per 500 richiedenti asilo

Il residence non ha le caratteristiche per fare da hub

Il residence non ha le caratteristiche per fare da hub

Pero (Milano), 5 maggio 2016 - Il prefetto Alessandro Marangoni ha deciso: il Falcon Residence non è adeguato per ospitare 500 richiedenti asilo assegnati dal Viminale alla Lombardia nel sistema di quote per la gestione dell’emergenza immigrazione. Le accurate verifiche portate avanti negli ultimi giorni dagli uffici di Palazzo Diotti hanno infatti confermato le perplessità espresse a più riprese sia dal Comune di 11mila abitanti che dall’amministratore di condominio: non ci sono le necessarie condizioni di sicurezza per utilizzare i bilocali del Falcon come ricovero a lunga scadenza per chi dovrà aspettare mesi prima che la competente commissione territoriale esamini la sua richiesta di asilo politico. Non è solo una questione urbanistica, però, almeno così trapela da corso Monforte. Sì, perché alla base della bocciatura ci sarebbero anche delle criticità legate in particolare a una delle due coop con base operativa in Sicilia – la capofila Ippocrate di Enna e la onlus Azione Sociale di Palermo – che hanno partecipato al bando lanciato dalla Prefettura lo scorso 22 gennaio per un totale di 4.500 posti.

Da precisare che non si tratta di un dietrofront da parte di Palazzo Diotti, visto che la norma prevede un primo step con l’aggiudicazione provvisoria (e il progetto delle cooperative si era classificato al primo posto in graduatoria con più di 88 punti battendo altre accreditate organizzazioni del Terzo settore) al quale fa sempre seguito una fase di verifica, durante la quale l’ente che gestisce l’intera procedura per conto del Ministero dell’Interno (quindi corso Monforte) avvia ulteriori controlli per accertarsi che la proposta di turno abbia tutti i requisiti del caso. Anche per non ritrovarsi con imprevisti grattacapi e brutte sorprese da gestire ormai a cose fatte. Ed è proprio in questo passaggio intermedio che si è incagliato il piano Falcon, e non certo, è bene sottolinearlo, per le polemiche che si sono scatenate a Pero. Certo, risolto un problema, se ne crea giocoforza un altro: 500 letti in meno per fronteggiare i flussi continui di profughi inviati dagli hotspot del Sud. Il prefetto Marangoni sta continuando a lavorare su alcune possibili location in provincia, alcune più concrete altre ancora in fase di studio: parliamo ad esempio dell’ex caserma Cadorna di Legnano (ai sindaci dell’Alto Milanese è stata data pure la possibilità di trovare un’alternativa da 300 posti), senza dimenticare l’idea di realizzare una sorta di tendopoli-bis a Peschiera Borromeo. Le prossime settimane saranno decisive. Una cosa è certa: al Falcon Residence non arriverà neppure un profugo.