Garbagnate, con l’ospedale chiude anche la chiesa

Quale sarà il destino della chiesa dell’ospedale di Garbagnate? Dopo la chiusura del vecchio «Santa Corona» prevista nel 2015, il futuro della storica e artistica «cappellania» dedicata a San Carlo Borromeo è ancora incerto e sotto certi aspetti, se non si troveranno soluzioni, la chiesa potrebbe finire tra i tanti monumenti dimenticati e «mangiati» dal tempo e dall’incuria di Giulio Dotto

Una messa celebrata nella chiesa del vecchio ospedale, il suo cappellano chiede di salvarla

Una messa celebrata nella chiesa del vecchio ospedale, il suo cappellano chiede di salvarla

Garbagnate (Milano), 7 settembre 2014 - Quale sarà il destino della chiesa dell’ospedale di Garbagnate? Dopo la chiusura del vecchio «Santa Corona» prevista nel 2015, il futuro della storica e artistica «cappellania» dedicata a San Carlo Borromeo è ancora incerto e sotto certi aspetti, se non si troveranno soluzioni, la chiesa potrebbe finire tra i tanti monumenti dimenticati e «mangiati» dal tempo e dall’incuria. Nel nuovo ospedale è stata realizzata una cappella per la celebrazione dei riti religiosi e per permettere momenti di raccoglimento a pazienti e visitatori. Si tratta però di uno spazio molto più piccolo rispetto all’attuale costruzione liberty posta all’ingresso dell’ospedale. Anche don Claudio Franchi, che dal 2009 è il cappellano, non sa quale sarà la fine dell’edificio religioso e tra i suoi tanti impegni c’è anche quello di salvarlo. La prima pietra della chiesa fu posata nel 1929 dal beato cardinal Schuster «per tradurre in concreto il binomio annuncio del Vangelo e cura del malato». Dall’allora sanatorio «Santa Corona» a oggi si sono susseguiti diversi cappellani e fino a una quindicina d’anni fa anche un notevole numero di Suore della Congregazione detta di Maria Bambina, ora scomparse. Negli archivi ospedalieri ci sono testimonianze di visite come quella di Vittorio Emanuele III, Benito Mussolini e degli arcivescovi di Milano.

La chiesa non ha nulla da invidiare a un santuario per la sua ampiezza, struttura architettonica con navata principale, cupola e matroneo e per la presenza di preziosi marmi che abbelliscono l’altare principale e la balaustra. Tutto questo nel nuovo ospedale non ci sarà. La domanda che tutti si pongono, dagli operatori sanitari ai fedeli che per le celebrazioni della domenica e delle feste più importanti arrivano anche dai paesi limitrofi, è il suo destino. Nonostante le sollecitazioni più volte fatte al Comune di Milano, proprietario della struttura ospedaliera, da parte della direzione generale della Salvini e di un comitato cittadino che conta più di 5mila aderenti, l’amministrazione meneghina non ha mai dato risposte sulla destinazione dell’area. E visti i precedenti anche lo storico «Santa Corona» rischia di essere inghiottito dal Parco delle Groane.