
Il commissariato di Rho-Pero
Rho, 9 ottobre 2014 - «Scappa coniglio». E ancora, «devi usare il correttore perché non sei capace di scrivere». A leggerli sembrano semplici sfottò tra ragazzini di undici anni. E probabilmente lo sono. A scrivere queste frasi sono un gruppo di ex compagni di una scuola primaria dell’hinterland. Pre-adolescenti che oggi frequentano la prima media e che per restare in contatto tra di loro hanno creato su Whatsapp il gruppo «ex quinta B».
Una volta ci si incontrava sul muretto del parco pubblico sotto casa, ora tutto viaggia sui social network. È la nuova generazione, quella “della rete”. Fin qui nulla di male, forse. Peccato che molte di queste frasi sembrano sbeffeggiare sempre Matteo, nome di fantasia, con problemi di apprendimento scolastico da quando frequenta la classe terza di una scuola primaria. Un ragazzino che per seguire le lezioni in classe ha bisogno di supporti come il computer, la tavola pitagorica e una calcolatrice. Peccato che a scrivere le frasi denigratorie nei suoi confronti sono sempre gli stessi tre ex compagni di classe. Solo loro, quelli che alla scuola primaria scherzavano Matteo, lo vessavano per le sue difficoltà nello studio, gli impedivano di giocare con loro.
E così nei giorni scorsi i genitori di Matteo si sono presentati negli uffici del Commissariato di Rho-Pero e hanno presentato un esposto. La mamma ha raccontato agli inquirenti che dalla terza alla quinta loro figlio è stato emarginato e preso in giro quotidianamente. Ha spiegato che per risparmiare a Matteo altri tre anni di scuola con gli stessi compagni lo hanno iscritto in una scuola media lontano dal quartiere in cui vivono. Matteo oggi non vede più i suoi compagni, né tantomeno i tre finiti sotto accusa, ma si è iscritto al gruppo di Whatsapp. E qui, i tre ex compagni di classe, hanno ripreso a vessarlo e deriderlo. Gli inquirenti del commissariato si sono fatti consegnare dai genitori i testi dei messaggi scritti dagli utenti del gruppo, poi hanno convocato i tre ragazzini con i loro genitori. Per ora solo una sonora ramanzina. Il gruppo intanto è stato chiuso e alle famiglie il compito di vigilare che non accada più. Altrimenti per i tre undicenni potrebbe scattare una denuncia.