Novate, allarme lavori autostradali: "Duemila posti a rischio"

Sciopera il personale delle aziende legate alle concessionarie

Il presidio dei lavoratori

Il presidio dei lavoratori

Novate Milanese (Milano), 20 ottobre 2016 - Presidio alla Direzione del secondo tronco di "Autostrade per l'Italia", a Novate Milanese. Cgil, Cisl e Uil uniti per uno sciopero nazionale degli Edili: a rischio 3.000 posti di lavoro. Ieri mattina in via Polveriera, a Novate, un centinaio di lavoratori si è dato appuntamento con i sindacati per dare voce a una situazione già difficile ma che potrebbe avere un impatto devastante su centinaia di famiglie. Attualmente 403 persone sono già state licenziate, altre 2600 tremano. «Chiediamo al Governo di intervenire sul codice appalti e alle imprese di fermare i licenziamenti», è il primo commento delle segreterie dei sindacati.

Riconoscibili per i giubbini gialli e arancioni fluorescenti, i lavoratori, muniti di bandiere e fischietti, si sono messi al bordo dell’autostrada A4, rivolti verso camion e automobili di passaggio. Attualmente, mentre si sta discutendo il decreto correttivo della legge sugli appalti pubblici, le concessionarie autostradali non affidano più i lavori alle società controllate. Queste a loro volta stanno licenziando per mancanza di lavoro. Di questo passo, nel biennio i lavoratori licenziati potrebbero arrivare a 3.000.

«Governo e parlamento devono capire che non siamo di fronte alla liberalizzazione del mercato che si fa mandando a gara le concessioni, ma alla cannibalizzazione tra aziende in presenza di pochi investimenti pubblici, il tutto a spese dei lavoratori e della sicurezza autostradale», dicono i rappresentanti sindacali. Per questi motivi, le richieste per i lavoratori scesi in presidio sono di escludere le manutenzioni e le progettazioni autostradali dai limiti di legge, in quanto sono funzioni essenziali per qualsiasi concessionario di un bene pubblico, e che si mantengano gli impegni presi dal ministero delle Infrastrutture sulla possibilità di internalizzare lavori e progettazione. In caso contrario non ci sarebbe solo il problema occupazionale per le società controllate, ma anche per lo smantellamento organizzativo delle concessionarie in quanto svolgono da sempre una serie di lavori e servizi al loro interno.

Alle imprese i sindacati chiedono di ritirare i licenziamenti e predisporre programmi industriali per la salvaguardia dell’occupazione. «Abbiamo paura che la legge che sta per essere approvata abbia riflessi sull’occupazione. Queste società lavorano rispettando i tempi e con qualità. Con noi ci sono altri in presidio in tutta Italia, è un problema che conoscono in pochi ma che si potrebbe rifare sulla comunità».