La scuola attesta: sa l’italiano. Ma lei non conosce una parola

Sospetta truffa dietro i certificati per i permessi di soggiorno

Un'aula

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Milano, 26 maggio 2017 - In tasca aveva un attestato che certificava il superamento degli esami di lingua italiana, parlata e scritta. Il documento, che viene rilasciato dai Centri provinciali di istruzione per gli adulti, è obbligatorio per gli stranieri che intendono richiedere il permesso di soggiorno indeterminato. Peccato che la marocchina in questione non comprendeva nessuna delle domande che le facevano i poliziotti, neppure frasi semplici ripetute più volte e lentamente. Da qui il sospetto e i successivi accertamenti, al termine dei quali la donna e il direttore della scuola di Rozzano che ha rilasciato l’attestato sono stati indagati per truffa ai danni dello Stato e falsità in atti.

È successo nei giorni scorsi. La marocchina, una 60enne residente a Rho, in provincia di Milano, si è presentata negli uffici del Commissariato di Rho-Pero, a seguito di regolare appuntamento preso on line, con tutta la documentazione necessaria per la richiesta del permesso di soggiorno indeterminato. La normativa prevede che per ottenere il permesso a tempo indeterminato lo straniero debba conoscere la lingua italiana. Per questa ragione, deve frequentare corsi presso istituti scolastici privati individuati dalla prefettura, che al termine del ciclo di studi rilasciano un attestato che certifica il superamento degli esami di lingua italiana. Tra i documenti presentati dalla marocchina ai poliziotti c’era anche l’attestato rilasciato da una scuola di Rozzano, hinterland milanese, incaricata dalla prefettura.

La donna, tra l’altro, secondo quanto riportano nel documento, aveva superato l’esame finale con 83/100. Insomma non la sufficienza, ma un buon voto di cui andare orgogliosa. I poliziotti si sono subito resi conto che la donna non capiva la nostra lingua, non era in grado di rispondere alle domande di routine, tant’è che la stessa si era presentata in compagnia del figlio che le faceva da interprete; di fronte all’imbarazzo degli agenti, il ragazzo è stato costretto ad ammettere che la madre non era in grado di comprendere né scrivere l’italiano. Gli accertamenti on line hanno confermato che l’attestato era veritiero e che la donna, in sede di esame, aveva fornito la propria carta d’identità. Quindi non vi era stato alcun errore di persona. L’attestato era stato rilasciato proprio a lei. Acquisiti tutti i documenti al termine degli accertamenti, la donna e il direttore della scuola sono stati indagati: l’esame di lingua italiana la marocchina, probabilmente, non lo ha mai sostenuto. E potrebbe non essere l’unica.