ROBERTA RAMPINI
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Arese, il talento si trasforma in un libro: "La mia storia di dislessico felice"

Dopo il monologo teatrale, il nuovo lavoro di Francesco Riva. Oggi a Rho la presentazione del testo

Francesco Riva

Francesco Riva

Arese (Milano), 21 ottobre 2017 - "A volte capita che la dislessia mi giochi qualche brutto scherzo. Quando devo prendere un treno, per esempio, rischio sempre di sbagliare l’orario, ecco perché controllo compulsivamente il biglietto, confrontandolo con il tabellone delle partenze". Ventiquattro anni, autore di teatro, attore teatrale e cinematografico, Francesco Riva di Arese si definisce un "dislessico felice". Da due anni sul palcoscenico racconta la sua (breve) vita con un monologo teatrale dal titolo, "Dislessia...dove sei Albert?”, facendo riferimento ad Albert Einstein, il dislessico più conosciuto. Ora la sua vita è diventata anche un libro, "La mia storia di dislessico felice”, che verrà presentato questo pomeriggio alle 18 a Rho alla Terrazza Capitol di via Martinelli 55.

Centosessantadue pagine nelle quali Francesco racconta gli anni delle scuole elementari, "ero per tutti un disastro". "Avevo 7-8 anni quando mi è stata diagnosticata la dislessia, in classe avevo molte difficoltà, confondevo le lettere, non sapevo le tabelline, per me la matematica era la bestia nera e passavo le ore a disegnare, in quello ero molto bravo. Per quasi tutte le maestre ero pigro e poco intelligente, mentre la maestra Diana capì che forse potevo essere dislessico. Ricordo ancora esami medici e test che mi fecero. Poi a mia mamma dissero, ‘signora suo figlio ha un quoziente intellettivo superiore alla norma, ma è dislessico e discalculico”, per me quella è stata una rivelazione".

E così Francesco non ha studiato sui libri, ma ascoltando e, per esercitare la memoria, recitando. Dopo il liceo è stata quasi naturale la scelta della scuola da fare: Francesco è andato a Roma e si è iscritto all’European Union Academy of Theatre and Cinema. Alla fine degli studi ha trasformato la sua tesi di laurea in un monologo sull’esperienza scolastica di un bambino dislessico. "Il libro mi è stato proposto da Antonella Bonamici, editor della casa editrice Sperling & Kupfer. Mi è piaciuta subito l’idea, ho lavorato un anno per raccogliere idee, fare la bozza e ora sto girando l’Italia per presentarlo". Un testo che si rivolge "a tutti: a ragazzi dislessici, genitori, insegnanti, psicologi, pedagogisti. Lo dice anche il professore Giacomo Stella nella prefazione al libro. Si rivolge a chi vive ‘il dolore dell’apprendere’ come lo ha definito Daniel Pennac. Non ho la presunzione di insegnare nulla, ho raccontato come ho affrontato la dislessia, come ho scoperto di avere altri talenti e proprio da quelli ho realizzato i miei sogni".