Scuole in funzione grazie ai precari. E la legge li ignora

Sono una precaria “storica” del personale Ata della scuola

Milano, 24 luglio 2016 - Sono una precaria “storica” del personale Ata della scuola. Lavoro nelle segreterie come assistente amministrativa da circa dieci anni, di fatto garantendo il funzionamento quotidiano degli istituti. Come me, molti. La legge 107 (Buona Scuola) non solo non ha previsto piani di assunzione per la nostra categoria, ma ha escluso la possibilità di rinnovo dei contratti dopo i 36 mesi. In pratica, dalla data di entrata in vigore della legge, io potrò lavorare forse per altri tre anni, poi non potrò essere richiamata.  Antonia N. - Rozzano

LA LEGGE 107 in effetti non ha dedicato la giusta attenzione al personale Ata e ha risolto, molto rapidamente, la questione del precariato nel suo complesso con quel divieto esplicito di assunzioni a tempo indeterminato che lei richiamava. Una soluzione, tuttavia, che sa di scorciatoia. Molti governi, in precedenza, hanno tentato di risolvere questo problema, evitando un’azione così forte. È vero che l’attuale governo doveva rispondere alle sanzioni della Corte di giustizia europea che aveva accolto i ricorsi dei tanti precari della scuola, dichiarando inammissibili le proroghe attuate nel tempo, tuttavia il metodo di soluzione appare fin troppo sbrigativo. Il parere della Corte Costituzionale italiana, poi, convalida l’impossibilità di conservare la prassi delle assunzioni a tempo determinato nella scuola. Al di là delle diverse sentenze, è opportuno ricordare però che i tanti precari hanno permesso che ogni anno le nostre scuole potessero aprire regolarmente, accogliendo gli studenti.  sandro.neri@ilgiorno.net