Omicidio di Garlasco, la bicicletta e il giallo delle pedivelle graffiate

Il rivenditore solleva al processo la possibilità di uno scambio di Gabriele Moroni

La bicicletta posta sotto sequestro e portata in Tribunale

La bicicletta posta sotto sequestro e portata in Tribunale

Garlasco (Pavia), 29 novembre 2014 - C'è un giallo (l’ennesimo di una serie infinita) nella biciclette del «giallo» di Garlasco. Questa volta è legato ai pedali della bicicletta della famiglia di Alberto Stasi, fatta sequestrare lo scorso aprile dai giudici della prima Corte d’Assise d’appello di Milano.

Pedali che stranamente hanno «graffiato» la pedivella. Intanto la difesa di Alberto Stasi (che prenderà la parola il 3 dicembre) va all’attacco con una memoria. La bicicletta Luxury nera da donna degli Stasi, adesso a disposizione dei giudici milanesi, era un regalo fatto da un fornitore a Nicola Stasi nel 2005. Franca Bermani, vicina di casa di Chiara, ha escluso che si tratti della stessa scorta davanti al villino dei Poggi attorno alle 9.30 di lunedì 13 agosto del 2007, l’ora in cui veniva compiuto l’omicidio. Il sostituto procuratore generale Laura Barbaini ha escluso «matematicamente» uno scambio di pedaliere fra questa bici e la «Umberto Dei» da uomo, colore bordeaux, dell’indagato.

Ma il discorso non finisce qui. Per gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, legali di parte civile per la famiglia Poggi, ci sono segni sulle due pedivelle che rivelano senza possibilità di dubbio che i pedali sono stati smontati e rimontati. Si tratta di una bici definita «come nuova», sia dal rivenditore Giuseppe Mottadelli sia dal produttore della sella Valentinuzzi. È il rivenditore a sollevare degli interrogativi quando testimonia nell’udienza del 13 novembre. «Sulla facciata della pedivella - dice il teste -, dove entra il pedale, ci sono dei segni di rotazione, che danno adito a pensare che il pedale sia stato svitato o avvitato sia a destra che a sinistra». Alla domanda del presidente Barbara Bellerio «Tutti e due i pedali quindi?» la risposta è affermativa.

Quei segni potrebbero essere stati lasciati quando i pedali sono stati montati in origine? L’ipotesi è legittima anche se normalmente le biciclette vengono fornite con i pedali smontati perché non si rovinino, per esempio durante il trasporto. Il dubbio viene accolto anche dal testimone, che però ribadisce: «Mi sembra strano che vengano montati. È da verificare». Dove sta la stranezza, insiste la presidente? Risposta: «Che vengano montati graffiando la pedivella così». La difesa di Stasi parte all’offensiva depositando una memoria. C’è una testimonianza, quella di Manuela Travain, un’altra vicina di Chiara Poggi a Garlasco. La donna ha riferito di essere uscita di casa fra le 9.20 e le 9.25, tanto che il suo cellulare ha agganciato la cella di Dorno già alle 9.30. Nel passare davanti a casa Poggi ha notato che tutte le imposte erano chiuse. All’arrivo dei carabinieri quella della cucina era stata invece trovata aperta. Questo, secondo i difensori, assolve Alberto Stasi che a quell’ora si trovava sicuramente nella sua abitazione.