Un Milan senza freni: già spesi 108 milioni

Ma Bacca e gli esuberi si impuntano

Vincenzo Montella

Vincenzo Montella

Milano, 30 giugno 2017 - Milan, la Regina del mercato. Non solo in Italia ma in tutta Europa. Un titolo meritato sul campo. Lo dicono i numeri: 102 milioni impegnati prima ancora che il calciomercato sia aperto (lo sarà formalmente domani), nessuno ha speso di più nel mondo. Altri 6 lo saranno oggi per ultimare l’acquisto di Borini (ieri le visite mediche, oggi ultimi test e firma), altri 20 saranno versati all’Atalanta nell’affare Conti (ieri sera incontro decisivo tra Marco Fassone a Luca Percassi). A questi 128 – sebbene 20 di Kessie saranno versati fisicamente solo tra 24 mesi – si devono aggiungere gli investimenti sul monte ingaggi: perché nel weekend verrà raggiunta l’intesa con Donnarumma per l’adeguamento (da 190mila euro a 5 milioni) e prolungamento (dal 2018 al 2022) del contratto del portiere, in queste ore impegnato a studiare nella sua casa di Pompei per la maturità di ragioneria – prima prova il 5 luglio, in concomitanza col raduno della squadra -. E a luglio Fassone si metterà al tavolo con Suso che pretende 3 milioni a stagione per non accettare la corte del Tottenham. Ma a breve sono attesi altri botti. Kjaer è bloccato (firma appena esce Paletta), Calhanoglu è una pista caldissima che potrebbe già avere sviluppi settimana prossima: il Milan conta di chiudere a 20 milioni più 4 di bonus. Sono attese novità anche su Kalinic, visto che l’agente del croato in questi giorni è a Milano e oggi è atteso a Casa Milan. Lo scoglio principale resta la Fiorentina: Corvino invece non pare intenzionato cederlo, né ad accettare pagamenti dilazionati: i 30 milioni che sbloccherebberola trattativa devono essere fumanti e immediati.

Tutte operazioni che porterebbero l’esborso complessivo del nuovo Milan di Yonghong Li a 182 milioni (lo scorso anno ne furono spesi appena 28). Una cifra enorme considerando che il fatturato rossonero è di 236 milioni. Alla faccia di tutte le difficoltà riscontrate nel racimolare i 760 milioni necessari per acquistare il club da Berlusconi. La speranza del patron è quella che un eventuale sblocco sull’esportazione dei capitali possa permettergli di trovare un socio cinese forte e recuperare così parte degli investimenti (motivo per cui fa all-in e vuole riportare il Milan subito in Champions); mentre Fassone – che già appena dopo il closing aveva confermato di avere un budget a “tre zeri” a disposizione - è al lavoro per rifinanziare con un istituto di credito (probabilmente Goldman Sachs) il primo prestito da 123 milioni di Elliott che pende direttamente sul Milan. Nodo cessioni. Il Milan da qui fino al 31 agosto conta di incassare più di 60 milioni. Sul mercato c’è davvero mezza squadra. Poli è stato regalato al Bologna, Paletta sarà svenduto al Torino (750mila euro), Kucka piace in Turchia (5 milioni), Lapadula è destinato al Genoa (la forbice è di 3 milioni, 15 quelli richiesti). E poi le spine: De Sciglio (valutazione 12 milioni) ha scelto la Juve ma tra i club non ci sono stati ancora contatti (ieri mattina Allegri è andato negli uffici di Branchini, procuratore del terzino); Bacca (valutazione 20 milioni) ha già messo le cose in chiaro: vuole solo il Siviglia, Niang ha già detto di no all’Everton. E poi Ely, Bertolacci e Vangioni. Tutti in vendita, se qualcuno li prende…

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