Prodotti con passaporto contro la falsificazione

Hanno aderito 400 aziende dell’agroalimentare di Cosimo Firenzani

Mucca in una foto L.Gallitto

Mucca in una foto L.Gallitto

Milano, 27 settembre 2014 -  Prodotti agroalimentari dotati di passaporto. Un documento che li possa far riconoscere dai consumatori e che ne certifichi la qualità, le caratteristiche nutrizionali, la sicurezza. E, questa è la novità, anche il rispetto dei produttori di alcuni valori etici. Assicurazioni, benessere animale, risorse umane, risparmio energetico, risorse idriche sono solo alcuni dei parametri presi in considerazione dal Passaporto etico internazionale rivolto, per ora, al settore zootecnico. L’idea è venuta al Consorzio bresciano De Alimentaria Qualitate ed è stata promossa dalla Camera di Commercio di Brescia con l’aiuto dell’Istituto Zooprofilattico e le università, ma riguarderà tutta la Lombardia. Rientra nell’ambito di ‘Dal campo alla tavola’ di Brescia per Expo 2015, il raggruppamento di enti pubblici e aziende presieduto da Francesco Bettoni, che ha donato idealmente il marchio alla Regione.

Il passaporto internazionale etico è indubbiamente proiettato verso Expo e parteciperà al concorso rivolto alle Best Practices. L’obiettivo del passaporto, marchio registrato in tutti i Paesi dell’Ue, è combattere la falsificazione e, più in generale, l’italian soundig: prodotti che niente hanno a che fare con il Made in Italy venduti come tali grazie a nomi che richiamano quelli delle ecellenze del Bel Paese. «Ridurre un fenomeno da 60 miliardi di euro solo del 10 per cento vorrebbe dire restituire 6 miliardi alle imprese — afferma il presidente della Regione, Roberto Maroni — in un momento in cui il danno stimato per l’embargo russo è di 50 milioni solo in Lombardia».

Quattrocento le aziende che hanno già aderito, ma l’obiettivo è aggiungerne altre mille entro l’anno. Un’altra certificazione tra le tante che esistono? Ulteriore burocrazia per le aziende? «No, assolutamente — risponde Francesco Bettoni, presidente della Camera di commercio di Brescia — Si tratta di documenti che ogni azienda già possiede, ma che vengono riuniti in un contenitore unico utile anche per i consumatori». L’esigenza di un documento elettronico è stata posta dal consorzio bresciano De Alimentaria Qualitate: «I nostri prodotti seguono tre principi: qualità, sicurezza e legame con il territorio — spiega il presidente del Consorzio, Paolo Boni — Ma questi aspetti, soprattutto sui mercati esteri, vanno documentati e fatti riconoscere». 

Intanto, Maroni lancia un’allarme in vista di Expo: «E’ a rischio l’impegno delle Camere di commercio lombarde nel cofinanziare assieme alla Regione varie iniziative legate a Expo nelle province. Il bando è scaduto ieri — continua — La riforma delle camere di commercio, basata sui tagli lineari, che il Governo vuole attuare mette a repentaglio questo progetto ed è sbagliata nella sostanza. Abbiamo istituito un tavolo ad hoc per contrastare questa riforma. Questi enti qui non rappresentano un costo per le imprese: il sistema camerale in Lombardia è un vantaggio».