Expo, l’Argentina c’è e fa da sé: "Costruiremo il nostro padiglione"

Mentre la tempesta internazionale sui tango bond non accenna a placarsi, anzi, spirano nuovi venti di guerra giudiziaria sulla Casa Rosada, l’Argentina non ha remore a imbarcarsi nell’avventura di costruire da sé il padiglione con cui parteciperà all’Esposizione universale di Milano. Si scioglie così l’ultima riserva sulla presenza di Buenos Aires alla manifestazione del 2015 di Luca Zorloni

Lavori sul sito dell'Expo (Newpress)

Lavori sul sito dell'Expo (Newpress)

Milano, 27 agosto 2014 - Mentre la tempesta internazionale sui tango bond non accenna a placarsi, anzi, spirano nuovi venti di guerra giudiziaria sulla Casa Rosada, l’Argentina non ha remore a imbarcarsi nell’avventura di costruire da sé il padiglione con cui parteciperà all’Esposizione universale di Milano. Si scioglie così l’ultima riserva sulla presenza di Buenos Aires alla manifestazione del 2015. Lo scorso 17 dicembre la repubblica sudamericana guidata da Cristina Fernández de Kirchner aveva siglato il contratto di adesione all’Expo, entrando nelle fila dei 144 Paesi partecipanti ufficiali. In primavera, però, aveva avuto qualche tentennamento. E aveva fatto un mezzo passo indietro: ci saremo — questo il succo del discorso — solo se Expo si occuperà di costruire il nostro padiglione. «Ci stiamo attrezzando», aveva risposto il commissario dell’evento, Giuseppe Sala.

D’altronde, c’era un primato da difendere: quello di ospitare a Milano un numero di Paesi che hanno un proprio padiglione superiore a quello della precedente Expo di Shanghai del 2010, 54 contro 42. Non erano ammesse defezioni. Tuttavia da allora l’Argentina era stata derubricata a Paese in forse. Invece Buenos Aires è tornata in carreggiata. Lo scorso 2 giugno, proprio quando all’ambasciata italiana in Argentina si tenevano celebrazioni per la Festa della Repubblica legate alla promozione di Expo, sul «Boletin oficial» la Casa Rosada pubblicava una dichiarazione di interesse nazionale per la partecipazione del Paese alla manifestazione del 2015, affidando la regia al ministero degli Esteri.

Expo non ha mai tolto la bandiera con il Sol de mayo dal lotto assegnato all’Argentina, lungo il lato ovest del Decumano. Il commissario generale è stato designato l’11 luglio. E alla fine del mese una delegazione da Buenos Aires ha visitato il cantiere di Rho-Pero. Ora dalla società che organizza l’evento arriva la conferma: l’Argentina costruirà da sé il padiglione. All’appello mancano ancora il progetto del palazzo e l’interpretazione del tema dell’Expo, «Nutrire il pianeta, energia per la vita». L’Argentina, ad esempio, è una delle nazioni che ha intrapreso la strada delle coltivazioni di soia geneticamente modificata, una linea politica che incontra però resistenze interne. Sul sito di Rho l’Argentina ha a dispozione 1.907 metri quadri. Se le fondazioni potranno essere realizzate da Valori Scarl, il contraente scelto da Expo, Buenos Aires dovrà riempire il resto dello spazio. E non ha molto tempo per decidere cosa farne: mancano 247 giorni all’inaugurazione, il tempo stringe.  

luca.zorloni@ilgiorno.net