Esuberi, Nokia non fa marcia indietro: dipendenti in sciopero al Plaza

Sarà una lunga estate infuocata a Cassina de' Pecchi: il colosso conferma i 154 licenziamenti di Monica Autunno

I dipendenti Nokia in sciopero (Newpress)

I dipendenti Nokia in sciopero (Newpress)

Cassina de' Pecchi, 23 luglio 2014 - Licenziamenti, procedura aperta ormai da dieci giorni: e ieri, alla ex Nokia Siemens Network di Cassina Plaza, nuovo presidio sulle porte degli uffici. Nel pomeriggio un incontro in Assolombarda. Si tratta con le ferie alle porte e in un clima di poca, pochissima speranza: "L’azienda non pare disposta ad alcuna marcia indietro".  Sciopero, dunque, ieri mattina, dalle 7,45 alle 11,45, alle porte del padiglione "F" di Cassina Plaza. Obiettivo, ormai noto, quello di respingere i 154 nuovi licenziamenti la cui procedura è stata aperta dall’azienda lo scorso 10 luglio, a una manciata di settimane dalla scadenza dell’ultimo accordo di cassa. Sono 154 licenziamenti su 450 addetti a livello nazionale, perché il numero non include i dirigenti, scorporati dall’elenco in seconda battuta. 

Dire no al nuovo giro di falce, e ancora volta portare ai tavoli le strade alternative sulle quali, con l’azienda, per ora non c’è incontro: reperimento di nuove forze lavorative in Nsn, fare rientrare attività svolte da società esterne, organizzare corsi di riqualificazione per ricollocare in Nsn i lavoratori, in posizioni che c’erano, che sono state eliminate e che torneranno a servire, è ormai certo, negli anni prossimi; agevolare in modo congruo e dignitoso i lavoratori che sperano di ricollocarsi al di fuori di Nokia.  Perché ormai è sicuro, provato: la ricollocazione è una chimera, o qualche cosa di molto vicino. "Molti di coloro che si sono dimessi in questi due anni infernali - spiegano i lavoratori - sono ancora a spasso. Siamo tutti ultraquarantenni". Per l’azienda di telecomunicazioni è la terza procedura di mobilità di poco più di due anni. Da 1.100 a 522 dipendenti (dirigenti compresi), dal 2012 ad oggi. Ma ancora non basta.  "La situazione ormai la conosciamo molto bene - così il Rsu Marco Bassani - e il periodo dell’apertura della nuova procedura, che certo non è casuale, non aiuta. Piena estate. Oggi siamo convocati a un incontro, non crediamo di portare a casa chissà che cosa. Ma naturalmente, andiamo a sentire". Prospettive fosche. "Ci sono situazioni paradossali. L’azienda ha tagliato posizioni e competenze che ora va a reperire sul mercato, perché tornano a servire. Abbiamo chiesto, proprio per favorire l’uso del personale che già c’è, l’organizzazione di corsi di formazione, o di ri-formazione, ma da quest’orecchio non ci sente nessuno". 

Il clima? "Diciamo che in qualche modo ci si è abituati a questa altalena. Ma nessuno è tranquillo, anche perché l’obiettivo è chiarissimo: lasciare a casa gente". Per la nuova procedura i tempi di ordinanza: 75 giorni. I primi per compiere il rito negoziale con i sindacati, poi l’ultima spiaggia, al ministero del Lavoro, a fine estate. 

monica.autunno@ilgiorno.net