Il territorio si mobilita per Malpensa: "Questo è il vero scalo strategico"

Dura reazione al decreto che liberalizza i voli su Linate. Sindaci e operatori economici sul piede di guerra, si temono ripercussioni anche sul fronte occupazionale di Rosella Formenti

L'aeroporto di Malpensa (Newpress)

L'aeroporto di Malpensa (Newpress)

Malpensa, 4 ottobre 2014 - Il territorio varesino rischia di pagare un conto molto salato al decreto che liberalizza i voli su Linate firmato dal ministro per i Trasporti, Maurizio Lupi. E ancora una volta sul piatto c’è il futuro dello scalo di Malpensa, in bilico fin dalla sua apertura sei anni fa, tra promesse di grande sviluppo e periodiche crisi. Non ci stanno imprenditori, operatori economici, albergatori, sindacati ad arrendersi alla decisione che favorisce il Forlanini, e questo proprio a pochi mesi dall’avvio di Expo, di cui Malpensa doveva essere la più importante porta d’accesso.

Gli appelli a favore di Malpensa si stanno moltiplicando. Se fino a qualche mese fa le proteste erano sul fronte ambientalista contro Masterplan e terza pista, ora, quasi legge di contrappasso, il fronte compatto è per salvare lo scalo evitando una riduzione di voli e passeggeri, che avrebbe ripercussioni disastrose sull’economia del territorio. Preoccupazioni espresse immediatamente dai sindaci dei comuni dell’area di Malpensa, che temono soprattutto le ricadute occupazionali. «E’ un decreto inaccettabile – tuonano i sindaci di Ferno e Lonate Pozzolo, Mauro Cerutti e Danilo Rivolta, che ha presentato un documento a tutela di Malpensa che sarà portato all’attenzione di tutti i comuni del Cuv – per Malpensa ci vuole programmazione seria». Alza la voce anche Guido Colombo, sindaco di Somma Lombardo, che da sempre ha sostenuto l’importanza di Malpensa come opportunità di sviluppo (Somma è la cittadina più popolosa nell’area attorno all’hub). «Quanto sta accadendo è assurdo – dice Colombo - il Comune di Milano si dimostra incapace di tutelare Malpensa. L’area metropolitana per essere vincente, competitiva, ha bisogno dei collegamenti con il mondo e quindi è Malpensa lo scalo nevralgico, non Linate. Il Comune di Milano ha dimostrato invece di non credere in questo aeroporto».

Il primo cittadino sommese mentre attende di conoscere nel dettaglio il decreto pro Linate manifesta alcune richieste di chiarimento. «Vorrei conoscere dal ministro Lupi una stima complessiva dei passeggeri e dei voli in più e in meno per Linate e per Malpensa ma non solo di Alitalia, vorrei sapere da Sea una stima dell’impatto sulla tenuta di Airport Handling per la riduzione dei voli, da Enac invece quali effetti per l’impatto acustico dell’aumento dei voli a Linate». Infine un’amara considerazione da parte di Colombo: «Se sempre più passeggeri potranno partire da Linate alla volta di hub europei dove imbarcarsi su voli a lungo raggio, la domanda locale di voli a lungo raggio verrà depauperata e sarà sempre più difficile aprire nuovi voli intercontinentali a Malpensa». Il territorio varesino non si arrende e prepara la mobilitazione.