Trezzo, K-Flex "azienda dal cuore duro". Papa Francesco sembra parlare a noi

I lavoratori al Parco di Monza per l'incontro con Bergoglio

I dipendenti in lotta contro 187 licenziamenti

I dipendenti in lotta contro 187 licenziamenti

Trezzo sull'Adda (Milano), 26 marzo 2017 - "Il Papa? Ci ha confortati". Il drappello K-Flex è arrivato di buon mattino al Parco di Monza per assistere alla Messa di Bergoglio. A piedi, dalla fabbrica di Roncello, difesa da due mesi con le unghie e con i denti. Quasi una Via crucis del lavoro, "ai tempi della delocalizzazione selvaggia", scandiscono gli operai, metà dell’hinterland, mescolati fra un milione di fedeli, decisi a bloccare il trasloco all’estero della produzione del colosso degli isolanti in gomma. Volevano una parola di sostegno dal Santo Padre. E l’hanno avuta. "Ci siamo perfettamente riconosciuti nella necessità di ripensare un modello sociale in crisi – dice Matteo Moretti della Filtem Cgil – Non siamo venuti per farci dettare la linea, ma K-Flex è il simbolo della decadenza che bada ai numeri, prima che alle persone". Dal pulpito, il Papa ha parlato di "speculazione del lavoro" e i dipendenti in bilico si sono "perfettamente riconosciuti in questo dramma". La ciliegina sulla torta, dopo le affermazioni dei giorni scorsi sul "gravissimo peccato che commette chi toglie lavoro". Quasi un anatema lanciato dal Pontefice contro le aziende "dal cuore duro".

La trasferta monzese è durata poche ore, i manovali sono tornati subito ai cancelli di via Da Vinci. La richiesta è sempre la stessa: "K-Flex ritiri i 187 licenziamenti", spiega Domenico Frustagli della Felcam-Cisl. Un punto irrinunciabile per chi da due mesi fa la guardia a stabilimento e macchinari. Al Papa i dipendenti avevano fatto arrivare una lettera, consegnata l’8 marzo all’Arcivescovo di Milano, Angelo Scola: "Abbiamo parlato alla Radio della Cei, hanno letto il nostro appello al Papa – racconta Moretti – Nei prossimi giorni lavoreremo per chiedere a Bergoglio un intervento diretto sulla vertenza".

Intanto sindacati e delegati di fabbrica hanno riaperto il confronto con la proprietà richiamandola al rispetto dell’accordo del dicembre 2016: "Dove K-Flex – ricorda Moretti – si impegnava a non ridurre la produzione e i livelli occupazionali per tutto il 2017". Sono pronti a discutere un nuovo piano industriale: che "possa anche prevedere un ridimensionamento con prepensionamenti e uscite volontarie". L'azienda però ha chiuso su tutti fronti, accettando di parlare solo di buone uscite in cambio della chiusura dell’attività e dei 187 licenziamenti. "A questo punto – spiegano i sindacati – non ci resta che informare il ministero dello Sviluppo economico e il Governo del loro rifiuto a confrontarsi". La mediazione del viceministro dello Sviluppo economico Teresa Bellanova, del governatore Roberto Maroni e dell’assessore regionale alla partita Valentina Aprea sembra essersi arenata.