Parco Adda Nord: dopo l'ispezione la bufera non si placa

Nuova grana all’indomani dell’ispezione regionale a Villa Gina, finita con presunte irregolarità negli appalti

Un gazebo degli ambientalisti al parco Adda Nord

Un gazebo degli ambientalisti al parco Adda Nord

Trezzo sull'Adda (Milano), 20 luglio 2017 - Centro visite, chi l’ha visto? Nuova grana per il Parco Adda Nord all’indomani dell’ispezione regionale a Villa Gina, finita con presunte irregolarità negli appalti. Adesso, a fare la voce grossa sono il Wwf e il Comune per «quel Punto parco che doveva essere una delle opere di compensazione dell’ex Fornace Redaelli e di cui, invece, non c’è ombra», attacca il portavoce degli ambientalisti Fabio Cologni. Il progetto risale al 2007, «e sarebbe fondamentale per il rilancio delle attività dell’Oasi», spiegano alle Foppe. Si tratta di uno spazio di neanche 50 metri, dove accogliere gruppi, scolaresche e curiosi ai quali fornire informazioni e corsi.

«Un servizio strategico», rincara il vicesindaco Massimo Colombo. In questa chiave l’amministrazione aveva firmato a suo tempo una convenzione con il Pan. Poi, i tempi si sono dilatati, il Centro visite ha subito il destino della caserma dei carabinieri, appena finita, e della pista ciclabile sulla Sp2, terminata pure quella. Apparteneva allo stesso pacchetto di opere che il privato avrebbe dovuto realizzare in cambio della costruzione di abitazioni. «Ma mentre le altre due sono finite, il Punto parco è caduto nel dimenticatoio», sottolinea Cologni. «Vergognoso» anche per Colombo, che ricorda che due anni fa il Comune ha ampliato il perimetro del Parco e che, nonostante questo, la pratica «è arenata nei suoi cassetti». Ma a Villa Gina respingono l’accusa. «Se il progetto è stato modificato, bisogna avviare un nuovo iter», insistono gli uffici, mentre il presidente Benigno Calvi si concede una battuta: «Ultimamente, sembra che sia colpa nostra di tutto». Effettivamente, l’ubicazione del Centro visite è cambiata, nella versione originale avrebbe dovuto sorgere nella ciminiera dell’ex Fornace, ora, invece, è stato spostato di un’ottantina di metri.

«Dieci anni d’attesa e non si ancora se e quando aprirà - dice Cologni - sembra che la burocrazia sia particolarmente rigida quando di mezzo ci sono progetti che gioverebbero alla comunità». Lungaggini anche sulla cosiddetta Oasi 2: «Ci sono stati posti una serie di vincoli che hanno reso complicato il recupero dell’area alle spalle della Provinciale che abbiamo affidato sempre al Wwf», ricorda Colombo. E di nuovo il Parco prende le distanze. «I vincoli di salvaguardia che scattano con l’annessione di un fondo si sono esauriti solo nel maggio scorso. Se ritardo c’è, è modesto».