Cassina, mille firme contro la ciclabile: metterà in ginocchio il quartiere

Residenti e commercianti dell'asse Marconi-Papa Giovanni

Gli animatori della battaglia

Gli animatori della battaglia

Cassina De' Pecchi (Milano), 4 ottobre 2015 - Mille firme pronte alla consegna in municipio: «Non ci fermeremo: ottima cosa le ciclabili, ma non si può mettere in ginocchio un intero quartiere».

Sono pronti a protocollare le firme in Comune i commercianti e i cittadini anima del Comitato che dice no al Progetto per il centro storico della giunta Mandelli: nuove ciclabili e percorsi protetti, rivoluzione nei sensi di marcia, e, soprattutto, semipedonalizzazione dell’asse via Marconi-via Giovanni XXIII. Lungo l’asse centrale far spazio a una nuova grande ciclabile di ricucitura urbana significherà accettare il senso unico in luogo del doppio senso attuale e il sacrificio di 25 parcheggi a disco.

Il tutto nel cuore di uno dei quartiere più abitati della cittadina, e a ridosso di attività commerciali «che già – sottolineano i membri del comitato – soffrono pesantemente la crisi, e chiudono uno dopo l’altro». Il progetto, come si ricorderà, è stato ufficializzato in estate. Del futuro di via Papa Giovanni si era molto parlato l’anno scorso, in sede di assemblee preparatorie alla stesura del Pgt.

«Come ormai tutti sanno – così per il Comitato Luca Cafasso – inizialmente la Giunta meditava di chiudere al traffico la strada tout court. Vi fu sollevazione, e disponibilità a mediare. Poi è arrivata l’estate, e si sono approvati il loro Pgt senza una fase conclusiva di confronto su questo piano specifico. In autunno ci siamo ritrovati a decisioni prese. Con un progetto inaccettabile».

Più problemi. La cancellazione dei parcheggi, il senso unico di marcia. «Noi non siamo – così i cittadini – contro una ciclabile o le ciclabili. Ma non si può rivoluzionare una città nel nome delle ciclabili. In quest’area vi sono residenti che vanno incontro a disagi enormi. Si prevede un parcheggio a sostituzione di quelli che saranno soppressi: ma dopo la Posta, lontano da qui. Si parla di un progetto per rendere l’area più vivibile: ma è il contrario, così la si condanna a morte».

Il problema del commercio: «Ridurre il passaggio comporterà una inevitabile flessione del lavoro. Qui già i negozi chiudono. Altri chiuderanno: e dove i negozi chiudono, il centro storico muore».

Le proposte? «Le alternative ci sono, basta volerle valutare. Se ciclabile deve essere, può passare altrove. Chiediamo una sospensione del progetto, e un momento ulteriore di confronto». Mille firme raccolte in pochi giorni. «Potremmo raddoppiarle, ma nei prossimi giorni sospendiamo la raccolta e protocolliamo tutto in Comune. Si sottolinei che questa non è una battaglia dei soli esercenti, ma di tanti residenti, che sono preoccupati».