Da Verona al ponte San Michele, il triste viaggio della morte

Ancora una volta le barriere in metallo poste a protezione dei parapetti dell'imponente struttura si sono dunque rivelate inutili, come a nulla sembra servire il divieto di transito ai pedoni, di fronte alla volontà di porre fine alla propria esistenza di una 25enne

Il ponte San Michele

Il ponte San Michele

Paderno d'Adda, 12 maggio 2016 – Da Verona a Paderno d'Adda apposta per compiere il gesto estremo. Una 25enne del capoluogo di provincia veneto nella tarda mattina di oggi ha raggiunto il ponte San Michele in un triste viaggio della morte di 150 chilometri e poi è saltata di sotto, senza possibilità di scampo. I soccorritori hanno recuperato il suo corpo poco dopo dall'acqua a Cornate, riuscendo a restituire la salma ai familiari così che possano avere almeno un feretro su cui piangere. Purtroppo non così è stato per tutti, molte vittime non sono mai state restituite dal fiume. Ancora una volta le barriere in metallo poste a protezione dei parapetti dell'imponente struttura si sono dunque rivelate inutili, come a nulla sembra servire il divieto di transito ai pedoni. Di fronte alla volontà di porre fine alla propria esistenza pare non sussistano ostacoli di sorta. 

Dal 2000 ad oggi sono almeno una cinquantina le persone che hanno scelto di farla finita gettandosi dagli ottanta metri di altezza, provenienti da ogni angolo di Lombardia e, come avvenuto quest'oggi, anche oltre. E' da tempo che si discute su come rendere più sicuro il gioiello di ingegneria e di salvarlo dalla lugubre fama di «ponte dei suicidi». Forse qualche misura più efficace potrà essere prevista nell'ambito dei lavori di ristrutturazione del viadotto previsti entro il 2020 e per i quali verranno investiti circa 25 milioni di euro. Si valutano le ipotesi di protezioni più alte, ma anche di apposite reti che impediscano le cadute dall'alto. di D.D.S.