Trafugate le reliquie di don Bosco. E il furto sacrilego si tinge di giallo

Sfregio satanista o colpo per il mercato nero: sono le due piste delle indagini

La chiesa San Francesco a Garbatola

La chiesa San Francesco a Garbatola

Nerviano, 5 ottobre 2016 - Un furto avvolto nel mistero e sul quale indagano adesso i carabinieri della stazione di Nerviano. Si sono volatilizzate nel nulla le reliquie di santa Teresa del Bambin Gesù e di san Giovanni Bosco che erano custodite in due distinti contenitori in argento, sotto una teca posta alle spalle dell’altare della chiesa di San Francesco, nella frazione nervianese della Garbatola. Ad accorgersi che gli oggetti non erano più presenti all’interno dell’edificio religioso sono stati alcuni fedeli intenti a fare le pulizie lo scorso lunedì mattina.

Gli oggetti sacri, che sono del tardo Ottocento e dei primi del Novecento, erano stati trafugati, ma nessuno sa dire con esattezza quando sia accaduto il furto, che dalle prime indagini sembrerebbe essere un colpo su commissione. Le teche sono infatti nascoste alla vista del pubblico nella chiesetta edificata all’inizio del ‘900, dopo che la vecchia chiesina dei Santi Biagio e Francesco, posta dall’altra parte della piazza, era diventa insufficiente per i garbatolesi. Una chiesa particolamente cara ai residenti perché edificata con gli stessi soldi dei garbatolesi che, nei primi mesi del 1904, incaricarono l’ingegnere milanese Giuseppe Chiodi per la costruzione dell’edificio.

«Il furto apre una ferita nella cittadinanza perché questa chiesa è particolarmente vicina a tutte le famiglie garbatolesi che fin dai primi del Novecento avevano raccolto i fondi per poterla edificare - spiegano i vecchi del posto -. Anche in questi ultimi anni la raccolta fondi è proseguita per realizzare opere interne e il portone esterno, inaugurato in occasione della Festa Granda di Garbatola del 2010». Della presenza delle due reliquie erano a conoscenza in pochi e si cerca ora di capire la dinamica, anche se non ci sono telecamere in grado di ricostruire quanto accaduto. Non ci sono stati fortunatamente vandalismi all’interno dell’edificio, come invece era accaduto a metà maggio nella chiesa di San Martino a Legnano, con i ladri entrati di notte che hanno distrutto tutto ciò che hanno trovato, gettando a terra il contenitore delle ostie e profanando il luogo di culto.

In questo caso, a differenza della chiesa di San Francesco che era aperta al pubblico, i ladri sono entrati dal retro dopo aver divelto un’inferriata per poi uscire dalla porta principale rubando il portoncino del tabernacolo e alcuni oggetti di culto del valore relativo. Nel giugno 2014 a San Giorgio su Legnano ignoti entrarono nella chiesa del Santissimo Crocefisso, prendendo le ostie consacrate dal tabernacolo, spargendole per terra e mischiandole con escrementi, con cui sporcarono anche l’altare, annerendo pure la statua della Madonna.

Una situazione che costrinse la diocesi milanese a intervenire con la chiusura del sito e una messa di riparazione, celebrata nella chiesa stessa a distanza di una settimana dal Vicario episcopale, monsignor Gian Paolo Citterio. La chiesa, che era aperta ogni giorno, è stata poi chiusa durante la settimana. Sono molte le chiese della zona che dopo furti o furtarelli meno gravi, soprattutto dai cestini delle offerte lasciate dai fedeli, si sono dotate di telecamere di videosorveglianza. Altri invece hanno preferito chiudere l’edificio, lasciandolo aperto solo per le funzioni religiose. L’ultimo raid, solo vandalico, è avvenuto alla chiesetta di San Bernardo a Castano Primo, profanata da scritte oscene eseguite a colpi di spray verde lungo tutta la facciata principale.