Incidenti in moto, primato lombardo: record di feriti e vittime sulle strade

La proposta delle imprese al Governo: defiscalizzare le protezioni

La dimostrazione del giubbotto che può prevenire i traumi

La dimostrazione del giubbotto che può prevenire i traumi

Milano, 15 ottobre 2016 - Più di 17mila motociclisti feriti. Un centinaio i morti. È il bilancio che fa della Lombardia la prima regione per incidenti stradali. Solo in 1.173 casi su oltre 18mila i centauri se la cavano senza traumi. «Pochi, nonostante la riduzione dell’incidentalità stradale e il calo del 30% delle vittime su due ruote a motore negli ultimi cinque anni», dichiara Confindustria Ancma, che lancia una proposta concreta: defiscalizzare le spese per paraschiena e airbag. Obiettivo incentivare l’acquisto di dispositivi di sicurezza da parte dei motociclisti per ridurre mortalità e lesioni provocate da incidenti stradali. La sfida dell’Associazione nazionale ciclo motociclo accessori è stata raccolta dal viceministro dell’Economia e delle finanze, Luigi Casero, e dal vicepresidente della Commissione trasporti della Camera, Vincenzo Garofalo. Il confronto tra industria, politica e ricerca avviato ieri mattina al Circolo della Stampa, a Milano, è destinato a concludersi (positivamente) in Parlamento: «Proveremo già in sede di emendamento alla Legge di Bilancio a introdurre questa proposta», assicura il viceministro. «Ritengo intelligente utilizzare la leva fiscale per stimolare un’azione che ha benefici economici e soprattutto che tende a salvaguardare la vita umana».

La misura prevede la detrazione del 50% del prezzo di acquisto per paraschiena e airbag. Un’operazione che allo Stato «costerebbe 2,5 milioni di euro a fronte di una riduzione di costi sociali pari a 21 milioni», sottolinea Francesco Caliari, direttore generale di Confindustria Ancma. «La Legge di Bilancio - aggiunge Corrado Capelli, presidente di Confindustria Ancma - rappresenta un’occasione irrinunciabile per favorire la diffusione di dispositivi di sicurezza che possono fare la differenza in caso di incidente». La medicina lo conferma. «Non ci siamo limitati a una simulazione, ma abbiamo verificato sulle strade che chi non indossa un paraschiena corre un rischio di trauma grave quasi tre volte superiore rispetto a chi lo porta», spiega il professor Alessio Pitidis, direttore Reparto Ambiente e traumi dell’Istituto superiore di sanità. «Siamo i primi al mondo a effettuare questo studio». Il principale centro di ricerca ha testato il progetto Step (Studio efficacia paraschiena) in collaborazione con la Polizia stradale (coinvolti 29 compartimenti) lungo le strade extraurbane: dai rilievi sul luogo degli incidenti è emerso come un paraschiena certificato riduca del 40% il rischio di riportare lesioni alla colonna. Eppure solo un quarto dei motociclisti lo indossa. «Dopo l’introduzione del casco - commenta il vicepresidente della Commissione trasporti della Camera - il tema della sicurezza delle due ruote non è stato affrontato in modo costante. Occorre intervenire per rendere i motociclisti più protetti e sicuri. Questa iniziativa trova pieno sostegno nei componenti dell’intergruppo parlamentare “Amici delle due ruote” che presiedo».