Castel Gabbiano, pozzi inquinati: è rimpallo di competenze

I sindaci chiedono chiarimenti e interventi. Ma non sanno a chi

analisi chimiche

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Castel Gabbiano, 22 febbraio 2018  - Pozzi inquinati a Castel Gabbiano, comincia il passaggio della palla avvelenata. Ha suscitato grande allarme la relazione terminata il 29 gennaio e resa nota il 9 febbraio dalla Water & life lab, che ha operato su mandato della Flamma di Isso, industria che produce principi attivi o intermedi per l’industria farmaceutica. In essa si attesta la presenza di trielina e cloroformio in percentuale maggiore al consentito. Ieri sera i sindaci del Cremasco, riuniti nell’Area omogenea, hanno licenziato un documento, proposto dal presidente Aldo Casorati, nel quale si chiedono rassicurazioni agli organi competenti e si domanda cosa si intenda fare. Il problema però è individuare chi deve intervenire. Perché una prima comunicazione è arrivata alla Provincia di Cremona, che ha immediatamente scaricato la patata bollente all’Arpa, sempre di Cremona.

Il direttore della succursale cremonese ha inviato il tutto alla sede centrale milanese, dove la responsabile, la dottoressa Silvia Bellinzona, ha fatto sapere, tramite ufficio stampa, che Arpa, una volta fatte le analisi, non ha più nulla a che fare e che tocca ad Ats e ai Comuni fare le opportune valutazioni soprattutto sull’eventuale impatto sanitario. Solo in caso di caratterizzazione di un’area da bonificare interviene ancora Arpa. In pratica, sarà necessario che si trovi un accordo per pianificare un intervento che non è poi così scontato. Perché, secondo la Flamma, la percentuale di trielina e cloroformio trovata nei pozzi va oltre il lecito, ma se la stessa quantità fosse riscontrata nell’acqua potabile non eccederebbe dai massimi consentiti. Il che pone una domanda: come mai la percentuale prevista in falda è minore di quella nell’acqua potabile? Non dovrebbe essere il contrario? Intanto, anche i partiti si scatenano. Sinistra e M5S hanno annunciato la presentazione di esposti, mentre Bettenzoli (Rifondazione), Duranti (No gasaran), De Grazia (Fratelli d’Italia) chiedono di chiarire. E anche i sindaci chiedono a gran voce chiarimenti.