Cremona diventa una smart land e inaugura il nuovo Polo tecnologico

Con la fibra portata in 7mila case è tra le città più cablate d’Italia

 Per festeggiare il nuovo centro si terrà sabato la Notte bianca della Tecnologia

Per festeggiare il nuovo centro si terrà sabato la Notte bianca della Tecnologia

Cremona, 6 giugno 2017 - Campi di mais, bestiame piccole imprese familiari. La Silicon Valley in salsa padana è lontana dalla concentrazione californiana di aziende informatiche che negli anni ’70 sfornavano microchip e semiconduttori. Cremona è città di violini e torrone, ma anche una delle città più cablate della Lombardia, insieme a Brescia e a Milano, con 7mila utenti con fibra fino a casa. A Cremona opera Lineacom, società del gruppo Lgh specializzata in connessioni a banda larga e già dai primi anni del Duemila impegna a collegare con rete fino a casa i clienti della zona. A Cremona è nata Mailup, oggi società internazionale dei servizi di comunicazione e marketing via mail e via sms. A Cremona il Politecnico di Milano ha un corso di informatica. Negli anni questi diversi pezzi del puzzle sono andati al loro posto. E ora il disegno prende forma: sabato si taglierà il nastro del Polo tecnologico di Crit-Cremona Information Technology, una società consortile che riunisce Lineacom, Mailup e un’altra società del settore, Microdata, e che ha fatto di Cremona un polo di attrazione del digitale, con un investimento di 14 milioni di euro, di cui 1,5 da Regione Lombardia.

«Sarà una sede comune delle società di Crit – spiega Gerardo Paloschi, direttore generale di Lineacom – Nell’edificio che inauguriamo il 10 giugno ci sono le sedi di Lineacom, Microdata e Mailup. Sarà un building da 500 lavoratori dell’economia digitale». Nel Polo arriverà anche Cobox, lo spazio di coworking e di sviluppo per le startup avviato due anni fa dallo stesso Crit, che raddoppierà la superficie che oggi ha a disposizione. «Il Polo tecnologico non è un condominio, ma un piano industriale che ha portato a identificare la specializzazione della nostra filiera», aggiunge Paloschi. La parola chiave è smart land. Cremona come motore di innovazione non solo per la città, ma anche e soprattutto per il circondario rurale. Sono sei le direttrici d’azione: «La prima è lo smart agrifood. Abbiamo fatto un accordo con l’Osservatorio nazionale Smart agrifood del Politecnico che avrà sede qui». Il Polo tecnologico svilupperà progetti per l’industria 4.0, coinvolgendo le associazioni confindustriali di Cremona e di Brescia, e lavorerà sul settore delle utility e dei servizi al cittadino. Il Cobox sarà il quarto ambito di sperimentazione; la tutela dell’ambiente il quinto e il sesto la digitalizzazione della pubblica amministrazione. «Smart land, è la declinazione della tecnologia in un ambito non urbano e non metropolitano – osserva Paloschi –, in territori dove si succedono agricoltura, pmi, società di servizi, Comuni non grandi ma che hanno necessità e bisogno di digitalizzarsi».