La scuola apre con una pioggia di ricorsi

"Stabilizzare il precariato dei docenti senza una programmazione reale, presentando solo i numeri degli assunti, non è stata una vera soluzione per bisogni della scuola italiana"

SONO UN DOCENTE di lingua inglese di scuola media inferiore, assunto in fase C e assegnato agli ambiti territoriali di Brescia. Ho una lunga storia di precario e un punteggio molto elevato. Originario di Lecce, speravo di poter rientrare almeno nella mia regione. Invece il primo settembre dovrò prendere servizio in una scuola dell’ambito di Brescia. Come tutti coloro che vivono una situazione simile, chiedo di dare voce al nostro disagio. Michele, Brescia

IN QUESTI GIORNI ABBIAMO ricevuto molte lettere di questo tenore che rivelano non una situazione occasionale, ma una condizione diffusa. Dati forniti dalle organizzazioni sindacali confermano, nella sola Lombardia, circa 1.400 ricorsi in atto e la situazione nelle altre regioni è simile. L’apertura dell’anno scolastico è veramente questione di pochi giorni e non è chiaro ancora come il Miur voglia risolvere i contenziosi in atto. C’è da chiedersi se questa confusione generale possa essere risolta in un tempo così limitato o se, come prevedibile, avrà un effetto immediato, di probabile caos, per la ripresa regolare delle attività didattiche. Stabilizzare il precariato dei docenti senza una programmazione reale, presentando solo i numeri degli assunti, non è stata una vera soluzione per bisogni della scuola italiana. Non sempre la quantità è indice di buon servizio, oltre le cifre ci sono docenti, alunni e famiglie che sono in attesa di una rapida risposta. sandro.neri@ilgiorno.net