Il buonsenso fuorilegge

L’Italia degli azzeccagarbugli e dei burocrati sta dando il peggio di sè a Fiastra di Macerata

Milano, 9 ottobre 2017 - Il paradosso dei paradossi è che la legge consente a Giuseppa ‘Peppina’ di vivere nello sgangherato container di dieci metri quadrati, senza bagno, dove fra qualche settimana si morirà dal freddo. Lì può, è tutto in regola. Nella confortevole casetta in legno costruita a dieci metri di distanza no: vietatissimo, robe da criminali, è tutto molto grave (e anche un po’ comico). Guardate il volto, gli occhi della nostra nonnina di 95 anni. Parlano. Anche nell’amarezza e nella rabbia delle vicende di quest’ultimo folle mese che hanno messo in ginocchio il buonsenso, Peppina ripete la richiesta più umana che esista a questo mondo: fatemi vivere gli ultimi giorni, settimane, mesi o speriamo tanti anni della mia esistenza, nella terra dove sono nata, cresciuta, innamorata, invecchiata.

No, non vogliono farle questo regalo. L’Italia degli azzeccagarbugli e dei burocrati sta dando il peggio di sè a Fiastra di Macerata. Hanno due facce questi signori (commissari governatori, assessori, sindaci, magistrati e ‘papaveri’ vari). Quando ci mettono nome e cognome, dicono, ridicono e stradicono che in qualche modo la situazione si risolverà e che Peppina resterà nella sua casa. Quando poi l’uomo è superato dalla struttura, cambia tutto. Un esempio: il tribunale del Riesame boccia il ricorso, la nonnina va sfrattata. Ma cos’è il tribunale del Riesame? Un algoritmo? No, il tribunale del Riesame è fatto di uomini. Due uomini e una donna magari (e paradossalmente) dispiaciuti della decisione presa. Uomini che applicheranno le leggi alla lettera, per carità, e sicuramente qualche pasticcio è stato fatto in questa ridicola storia. Ma c’è anche una legge suprema che batte tutto e tutti: si chiama buonsenso. E allora, mentre gli azzeccagarbugli si interrogano ancora sulle possibili nuove soluzioni (ricorso al Tar) per evitare in extremis la beffa che ieri è arrivata a un punto di quasi non ritorno, noi ci appelliamo non ai codici e ai codicilli, ma agli uomini. A quegli uomini che hanno ancora un po’ di buonsenso. Il capo dello stato, quello del governo, un ministro, il commissario per il terremoto, il governatore, il procuratore della Repubblica o non so chi. Basta paure, per una volta se ne infischino dei protocolli. Facciano, appunto, gli uomini: si assumino una qualche responsabilità. Aiutare Peppina diventerà semplicissimo.