Delitto Yara, l’attacco dei legali: "Torture psicologiche a Bossetti"

"Anche il sacerdote del carcere preme per farlo confessare" di Rocco Sarubbi

Massimo Giuseppe Bossetti

Massimo Giuseppe Bossetti

Bergamo, 25 novembre 2014 - Scena muta. Massimo Bossetti, il carpentiere di 44 anni, accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio, si è avvalso della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio chiesto dall’accusa. È il sesto da quando è stato arrestato, il 16 giugno scorso. Il pm Letizia Ruggeri ieri mattina si è presentata in carcere alle 10. Con lei il comandante del Nucleo investigativo dei carabinieri di Bergamo, il responsabile della Squadra mobile di Bergamo, oltre che i dirigenti del Ros e dello Sco.

L'interrogatorio era stato chiesto molto probabilmente in vista della chiusura della indagini e per sottoporre a Bossetti gli ultimi elementi emersi dall’inchiesta e a disposizione dell’accusa. Dopo un’ora il pm ha lasciato il carcere senza rilasciare dischiarazioni. Chi invece ha parlato sono stati i difensori del carpentiere, gli avvocati Claudio Salvagni e Silvia Gazzetti. Entrambi hanno sferrato un duro attacco agli inquirenti. «Il nostro assistito si è avvalso della facoltà di non rispondere perchè è innocente e assolutamente estraneo alla vicenda, come abbiamo ripetuto più volte. Ogni volta che Bossetti parla – hanno detto i legali – quello che dice viene usato contro di lui. Perchè dovrebbe continuare a essere collaborativo?».

Parole durissime, quelle dei difensori, che senza mezza termini accennano a un «atteggiamento inaccettabile della procura» e parlato di «torture psicologiche. «Bossetti è oggetto di continue pressioni per fargli confessare qualcosa che non ha fatto. E queste pressioni arriverebbero non solo da parte di coloro a cui è affidata la sua custodia, non solo da parte degli inquirenti, ma anche da parte del sacerdote del carcere».

In particolare l'avvocato Claudio Salvagni non ha apprezzato che il cappellano, stando a quanto gli è stato raccontato, avrebbe consigliato all’indagato Massimo Bossetti una linea difensiva diversa e di «rivalutare la sua posizione». «Lui deve occuparsi delle anime e non di strategie difensive», ha detto Salvagni. Ma l’affondo dei legali del carpentiere è andato oltre: «La procura – hanno stigmatizzato nuovamente Salvagni e Gazzetti – gli ha negato i due colloqui straordinari con i figli, pur sapendo quanto fossero importanti per lui, e con il suo consulente, il criminologo Ezio Denti. La difesa non è messa nelle condizioni di lavorare serenamente, c’è persino ostruzionismo nella consegna dei verbali: da qui in avanti l’atteggiamento di Bossetti è interrotto».

La replica del procuratore capo, Franesco Dettori, non si è fatta attendere: «Garantisco la correttezza della procura, cerchiamo riscontri alle indagini e non sottovalutiamo elementi eventualmente a favore dell’indagato». E intanto domani ricorre il quarto anniversario della scomprasa di Yara.